Il Viminale lascia in mezzo alla strada un testimone di giustizia

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    La storia di Francesco Di Palo comincia quando decide di denunciare alla magistratura di Bari intrecci tra imprenditori, politica e criminalità. Di Palo all’epoca dei fatti, era un imprenditore, titolare della Venere srl di Matera. Azienda che produceva vasche idromassaggio dichiarata fallita prima che l’uomo entrasse nel programma di protezione del Viminale.


    L’imprenditore denunciò intrecci tra politica, mafia e polizia. Di Palo, venti giorni fa ha chiesto di uscire dal programma di protezione perchè il Viminale non gli paga più neppure l’affitto della casa nella località protetta in cui vive. Questa mattina, giovedì 27 ottobre, ha portato la sua protesta davanti al Palazzo di giustizia di Bari. Ha chiesto di parlare con il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, e ha giurato che non entrerà mai in un’aula di giustizia per confermare quanto ha detto negli ultimi quattro anni ai pm di Bari e Catanzaro sul presunto intreccio tra mafia, politica e forze di polizia ad Altamura, nel barese. E’ proprio grazie ad alcune dichiarazioni dell’ex imprenditore che hanno preso il via alcune inchieste sulla sanità pugliese che hanno poi portato i magistrati baresi a chiedere l’arresto del senatore Alberto Tedesco (ex Pd), ex assessore pugliese alla Sanità.


    “Non ho nemmeno i soldi per fare la spesa”. “Chi si schiera dalla parte dello Stato fa una brutta fine- ha aggiunto Di Palo. I miei tre figli non vanno a scuola perchè non ho soldi, e non ho neppure 200 euro per pagare loro le spese per il dentista”. L’uomo ha anche spiegato di essere venuto a Bari, dalla località protetta dove si trovava, senza pagare il biglietto del treno. A causa delle ristrettezze economiche, i figli dell’ex imprenditore sono tornati ad Altamura, senza protezione, cosa che ha fatto anche lui da ieri. “A Pasqua – ha spiegato l’uomo ai giornalisti – ci hanno lasciato con tre euro, un maresciallo dei carabinieri ci ha dato dei soldi per fare la spesa”.


    “I testimoni di giustizia trattati come pezze da piedi”.  L’imprenditore ha inoltre spiegato che la proprietaria dell’appartamento affittato dal ministero dell’Interno gli ha chiesto di andar via perchè il Viminale da un anno non pagava piu l’affitto. “Protesterò – ha aggiunto Di Palo – finchè non arriva Mantovano, lui deve dire a questa Procura che i testimoni di giustizia sono trattati come pezze per pulire le scarpe”.  

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