Per Restivo condanna a 30 anni foto

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    Con una lunga requisitoria del pm Volpe ricostruita in aula una vicenda che dura da 18 anni. Indubbio, per i magistrati, il ruolo di Danilo Restivo. Unico imputato per l’omicidio di Elisa. “Un brutale assassino”- così lo ha definito il pm Rosa Volpe- dinanzi al giudice Elisabetta Boccassini. L’udienza si è svolta in Camera di Consiglio per la scelta, da parte dell’imputato, del rito abbreviato.  Per Restivo l’accusa ha chiesto la condanna a 30 anni, il massimo previsto in caso di rito abbreviato.


    Quella che si è appena conclusa al tribunale di Salerno, è stata una giornata lunga e pesante. In un aula al piano terra del palazzo di giustizia salernitano, la prima udienza per l’omicidio di Danilo Restivo accusato di aver ucciso Elisa Claps. Restivo che in Inghilterra sta scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Heter barnett, come ci si aspettava, non ha preso parte all’udienza.


    In aula il giudice Elisabetta Boccassini, i pm Volpe e D’Alessio, i fratelli e la madre di Elisa con il loro legale Giuliana Scarpetta.


    La negligenza della Chiesa. Primo atto di una lunghissima giornata la decisione, da parte del giudice, sulla richiesta di costituzione delle parti civili.  Ammessi il Comune di Potenza e Telefono Donna. Non è invece stata accolta la richiesta della Diocesi di Potenza e della Chiesa della Santissima Trinità, nel cui sottottetto sono stati ritrovati i resti di Elisa. Alla base del diniego la negligenza della Diocesi potentina in merito al controllo e alla vigilanza che avrebbe dovuto effettuare sulla Chiesa della Trinità. I pm che pure non si sono opposti alla richiesta, rappresentata in aula dall’avvocato Donatello Cimadomo, legale della Diocesi di Potenza e della Chiesa della Santissima Trinità, hanno però ribadito l’esistenza di un fascicolo di indagine sulle circostanze del ritrovamento dei poveri resti della 16enne. Un’indagine, è logico pensare, che coinvolge la Diocesi e la Chiesa della Trinità.


    Le reazioni. Sulla richiesta della Diocesi di Potenza di costituirsi parte civile, Gildo Claps, fratello di Elisa, ha ribadito la sua posizione. “E’ paradossale, fino a ieri ho provato a convincere monsignor Superbo (attuale vescovo della Diocesi potentina) che era meglio fare un passo indietro. E invece la presenza del loro avvocato parla chiaro. Ma a questo punto credo che i fili siano mossi direttamente da Roma. Sulla decisione di giudicare Restivo con rito abbreviato Gildo Claps non ha potuto nascondere un’amara considerazione: “Si sta facendo di tutto per chiudere la vicenda con una pietra tombale. E’ arrivato il momento che il colpevole paghi e stia zitto”.  


    L’avvocato Giuliana Scarpetta, legale dei Claps, si fa portavoce dell’amarezza della famiglia di Elisa, in relazione al fatto che si stia tentando di concludere una vicenda durata 17 anni con un processo lampo. “La famiglia di Elisa non si è potuta prendere la soddisfazione di un processo ordinario. Avremmo voluto tanto interrogare i vari protagonisti della vicenda, quelli che in questi anni hanno detto tutto e il contrario di tutto. Quelli che si sono contraddetti palesemente. Che hanno depistato. Evidentemente la verità, quella vera, qualcuno che sta molto in alto non vuole che venga fuori”.


    “Il mio cliente è tranquillo. Con queste parole l’avvocato Mario Marinelli– ha risposto a quanti gli chiedevano notizie su Danilo Restivo. Alla domanda sul perchè del rito abbreviato, ha risposto che c’è una motivazione, che però non riguarda la colpevolezza di Restivo. 


    Una ricostruzione capillare di quanto è successo alla povera Elisa nelle parole dei pm. Restivo- ha detto Rosa Volpe- è un brutale assassino. Per questo ne chiediamo la condanna a 30 anni. Per oltre sei ore la madre di Elisa è stata lì ad ascoltare. In silenzio ha rivissuto il dolore che l’ha accompagnata per tutti questi anni.


    Il processo riprenderà giovedì 10 novembre.


     

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