Il Presepe drammatico di Giacinto Cerone foto

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E’ possibile visitare fino al 15 gennaio 2012 nella Chiesa del Carmine di Matera, adiacente al Museo nazionale d’arte medioevale e moderna della Basilicata, la mostra dal titolo “Cerone Mistico” a cura della soprintendente Marta Ragozzino


E’ una mostra un po’ particolare con al centro dell’esposizione lo spettacolare “Presepe drammatico”, che l’artista, Giacinto Cerone, propose al Musma nel 1996, e 9 grandi disegni eseguiti tra il 1991 e il 2004.


L’artista. Giacinto Cerone è uno scultore lucano, nato a Melfi nel 1957 e prematuramente scomparso a Roma nel 2004. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico, si trasferisce a Roma dove frequenta e termina gli studi di scultura presso l’Accademia di Belle Arti con Umberto Mastroianni e Pericle Fazzini. Dal 1976 al 1980 vive tra Roma e la Lucania. A Roma, presso l’amico Giuseppe Appella frequenta lo Studio Internazionale di Arte Grafica l’Arco. Nel 1984, con la moglie Elena Cavallo, si trasferisce definitivamente a Roma. La sua produzione artistica si esprime nell’uso di diversi materiali come legno, gesso, plastica (moplen), ceramica, ghisa e marmo. Le sue opere sono presenti in alcune collezioni pubbliche italiane: Galleria d’Arte Moderna Aroldo Bonzagni, Cento; Banca Nazionale del Lavoro, Roma; Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza; Inpdap sede di Bruxelles; Unicredit, Torino; MUSMA, Matera; MACRO, Roma.


Tra il 1990 e il 2004 collabora per pubblicazioni e libri d’artista con le Edizioni della Cometa (1989, 1996, 2000), Colpo di Fulmine Edizioni (1995), Edizioni Maurizio Corraini (1999, 2005). Inoltre partecipa, nel 2001, alla scenografia della trasmissione “Misteri” per la RAI. Tra il 1999 e il 2004 la RAI produce video interviste e documentari presentati su RAI 2, RAI Notte, RAI SAT.


Nel 2006 gli viene dedicata una sala al Museo della Scultura Contemporanea di Matera e nel 2007 una retrospettiva al Museo Pericle Fazzini di Assisi. Nel 2011 si apre alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma una completa antologica a lui dedicata, primo grande riconoscimento alla sua straordinaria attività creativa.


Le opere. Per la mostra al centro della chiesa è stato collocato un grande presepe bianco, realizzato in una materia duttile e leggera quale è il gesso che si presta ad essere manipolato richiamando il calco e l’impronta. La teatrale natività è composta da 24 figure che emergono a fatica, allucinate e ghignanti, da grumi di gesso. Le figure bianche mascherate e contorte circondano le spire ascendenti del biblico Serpente che incombe sul mondo, simbolo del male ma anche di rinascita e dunque dell’eterno ciclo della vita. L’opera tutta ignora ogni riferimento consueto, tradisce ogni attesa e polverizza tutte le sovrastrutture scenografiche pur rimanendo ancorato alla forma dalla quale si libera la poeticità, l’anelito alla libertà, sempre perseguiti dall’autore nelle sue opere.


Accanto al presepe sono stati collocati nove disegni scelti per vicinanza cronologica all’opera nei quali emerge il raptus visonario e espressivo del maestro di Melfi, celebrato quest’anno da un’importantissima retrospettiva alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Nei disegni preparatori del Presepe centrati come sono sulla forma verticale della montagna che richiama la spirale ascendente e la grande cornucopia che sovrasta la Natività Cerone non usava il disegno per preparare la scultura bensì per riconoscere la forma in sè e cercare la sostanza. Sia il disegno che la scultura hanno il compito di placare le tensioni liberando l’animo poetico e il sogno.

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