Sempre meno ferrovie in Basilicata foto

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    Chiude un tratto storico delle ferrovie italiane ricadente nelle regioni Puglia e Basilicata. Con il nuovo orario ferroviario in vigore dallo scorso 11 dicembre, infatti, sulla linea Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle non è più prevista la circolazione di treni passeggeri, che d’ora in poi saranno sostituiti con corse effettuate da pullman. La dismissione era nell’aria già dai primi di ottobre, quando c’era stata la temporanea sospensione del servizio. Ora però la notizia può dirsi ufficiale. Solo alcuni treni merci diretti a San Nicola di Melfi continueranno a circolare sul binario unico non elettrificato che costituisce la direttrice. Dunque dopo 120 anni non sarà più possibile raggiungere in treno città d’arte come Venosa e Altamura, toccate dalla linea. Era il 1 agosto 1891 quando veniva inaugurato il primo tratto di 22,5 km, da Rocchetta alla stazione di Rapolla-Lavello, di questa linea, che venne completata esattamente un anno dopo con i restanti 117 km di binari fino a Gioa del Colle.


    I motivi della chiusura. La Regione Puglia, titolare del contratto di servizio relativo al trasporto regionale (la Rocchetta-Gioia è definita da RFI parte della rete complementare della Puglia), adduce ragioni di antieconomicità, a causa della ridotta utenza dei treni circolanti. In effetti ben pochi erano i viaggiatori che era possibile incontrare a bordo del treno nel tragitto da Rocchetta a Spinazzola, anche perché le stazioni fin lì toccate sono tutte collocate a notevole distanza dai rispettivi centri cittadini. Stessa cosa non può dirsi, però, per la parte successiva della linea, molto più viva e frequentata quotidianamente da studenti e lavoratori pendolari, che d’ora in poi dovranno adattarsi loro malgrado a viaggiare in pullman. Il che, ahinoi, segna un punto di vantaggio del trasporto gommato nei confronti del trasporto su binario, con il conseguente aumento delle emissioni di gas nell’atmosfera, oltre che dei tempi di percorrenza, notevolmente maggiori per la difficoltà di raggiungere comodamente tutte le varie stazioni toccate dal treno.


    Il canto del cigno. Eppure qualche tentativo di rilancio della linea c’era stato, con l’inserimento nel 2008 di un treno che, partendo da Gioa del Colle a mezzogiorno, non terminava la sua corsa a Rocchetta, ma proseguiva fino a Foggia, in tempo per fare coincidenza con l’Eurostar per Roma. In pochi però, ad esempio tra i cittadini di Venosa, conoscevano l’esistenza di questo treno, programmato per tornare indietro alle ore 17, in coincidenza con l’arrivo dell’Eurostar da Milano. Oltre alla scarsa informazione fornita da FS, la causa che probabilmente ha dissuaso i potenziali viaggiatori dall’utilizzare il treno può essere individuata nel totale stato di abbandono in cui versavano molte stazioni.


    L’eterno isolamento di Matera. La recente dismissione non interessa soltanto la Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle, ma anche il tratto che, dalla stazione di interscambio di Spinazzola, arrivava a Canosa di Puglia, lungo la Spinazzola-Barletta. Viene a mancare, così, qualsiasi tipo di collegamento dell’entroterra murgiano con Barletta e di conseguenza con la direttrice adriatica. A subirne le conseguenze anche Matera (collegata ad Altamura attraverso le Ferrovie Appulo Lucane e unico capoluogo di provincia della penisola a non avere alcun collegamento alla rete ferroviaria nazionale), che si allontana ancora di più dagli snodi ferroviari di Barletta e Foggia. Poiché il completamento della ferrovia Matera-Ferrandina (che permetterebbe di raggiungere Napoli e Roma) sembra ormai un’utopia, l’unica soluzione per i turisti che vorranno raggiungere e visitare la città dei Sassi continuerà ad essere l’automobile.

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