L’artista materano Sergio Laterza premiato per il successo della “fica”

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    L’artista materano Sergio Laterza – noto ai più per aver sbeffeggiato i volti famosi della politica e del costume lucano attraverso santini e manifesti che in rete sono divenuti popolarissimi – martedì 21 agosto ha ricevuto una menzione speciale al Food art Award di Ceglie Messapica (BR). Si tratta di un autorevole concorso internazionale per artisti che devono proporre opere legate al tema “cibo”. Culmina ogni anno nell’antico borgo della Messapia (centro di rinomate tradizioni enogastronomiche) con una notevole mostra – inserita, quest’anno, dal Sole 24ORE nell’elenco delle 10 kermesse d’arte estive da non perdere in Italia – e coinvolge, a partire dalle preselezioni, centinaia di artisti da tutto il mondo.

    Il ciociaro Augusto Orestini ha vinto quest’anno il primo premio con un lavoro post-pop su ossessione e sovrabbondanza di prodotti alimentari, ma il nostro Sergio Laterza ha ottenuto una menzione speciale da parte della giuria, inizialmente non prevista ma resasi quasi necessaria visto lo straordinario successo ottenuto dall’opera “L’origin du munn” che il Laterza ha esposto, come al solito, per sconvolgere il pubblico, dissacrando il senso stesso dell’arte.

    Si tratta di un’installazione che riprende il celebre dipinto (del 1866) di Gustave Courbet denominato “L’origine du monde” (riproducente un rigoglioso organo genitale femminile in primo piano) nel quale la vulva è stata sostituita con una “fica” e cioè con un frutto (come viene chiamato negli idiomi locali appulo-lucani) – vero – dell’albero di fico. Il successo è stato strabiliante. Orde di giapponesi in coda per una foto e gente del posto a ridacchiare smaliziata. Un inno al senso profondo del cibo – accostato al sesso che rende possibile la vita – e giuria unanime nel riconoscere all’opera un premio speciale.

    «Ho vinto il premio come miglior vecchio» si schernisce Laterza, che in queste competizioni si distingue sempre come artista senior capace di colte profanazioni che raramente i giovani d’oggi sarebbero in grado di concepire. I concorsi, si sa, sono rivolti di solito ai nuovi talenti che cercano di emergere. Laterza, che da giovane era stato un artista promettente, dopo gli studi accademici mollò il magico universo della creazione e si prese un periodo di pausa per cercare di rielaborare il turbamento che quei tempi di grande fermento culturale (le ultime decadi del Novecento) gli procuravano. Poi, dopo decenni di silenzio, Laterza è tornato a produrre, deliziando critica e pubblico, senza aver smesso mai di considerarsi un «esordiente».

    Le sue opere sono state recentemente apprezzate perfino da Vittorio Sgarbi, in visita a Matera per l’inaugurazione del Museo della Follia. Secondo il popolare critico, infatti, i lavori del Laterza nella suddetta esposizione poetica di arte della pazzia (o di pazzia per l’arte) «ci starebbero benissimo».

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