Onorevole, oltre ai cani salvi anche l’Homo recluso

Più informazioni su

    Claudio Bottan e altri 292 detenuti inviano a Michela Vittoria Brambilla (Pdl) una lettera aperta: «l’Homo recluso è pulito, mangia poco e si accontenta di poco più di 3 mq di spazio»
    Claudio Bottan e altri 292 detenuti hanno appena concluso quattro giorni di sciopero della fame e silenzio. La manifestazione è giustificata dalle condizioni irregolari in cui sono costretti: il loro istituto, a Vicenza – con una capienza di 144 persone – ne contiene invece 340. Il cibo non consumato sarà donato alla Caritas. Pubblichiamo la lettera aperta a Michela Vittoria Brambilla (Pdl).

    Illustre Onorevole, Spettabili Associazioni
    Ci rivolgiamo a Voi per la sensibilità e l’impegno profuso costantemente in difesa degli inalienabili diritti di ogni specie animale, una battaglia civile che coinvolge le coscienze di tanta opinione pubblica. Come dimenticare le interrogazioni parlamentari riguardo allo spazio esiguo in cui erano costretti a vivere tigri, maiali e galline ovaiole? Per non parlare poi del dibattito alla Camera sul “taglio della coda nei cani da caccia”! Proprio questo, Onorevole Brambilla, è il senso del nostro accorato appello. Esistono in Italia 206 Green Hill che contengono 67000 esemplari di una specie animale, l’Homo Recluso, che vive in condizioni disumane e degradanti, ed in quanto tali, assimilabili agli animali.

    L’Homo Recluso ha a disposizione uno spazio vitale inferiore a quello della tigre e del maiale, tanto che le istituzioni hanno ideato una nuova unità di misura, chiamata “limite di tolleranza”, per definire spazio e condizioni di vita degli individui ammassati in strutture che dispongono di 44.000 posti regolamentari, ma ne contengono 67.000. A quanto pare, lo strumento utilizzato per misurare è l’elastico, se queste condizioni sono definite “entro il limite di tolleranza”, tant’è che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha più volte condannato per tortura lo Stato Italiano per la situazione delle carceri. Lo stesso stato italiano che ammette una spesa pro-capite di 3,00 € per i tre pasti giornalieri dei reclusi, mentre il canile comunale di Roma ne spende 4,50 € per ogni cane. Una realtà catastrofica che, dall’inizio del 2012, ha già provocato 85 morti che sono passate nel più assordante silenzio generale.
    La massa prigioniera del circuito carcerario non si sente più rappresentata e tutelata da istituzioni che, in violazione alla propria Costituzione, fanno penare illegalmente soggetti che dovrebbero essere rieducati e reinseriti nella società civile, quasi si trattasse di una sorta di vendetta istituzionale. A lei, Onorevole Brambilla, chiediamo di farsi portavoce presso le associazioni animaliste ed il “Gruppo Parlamentare Diritti degli Animali PDL” dell’iniziativa:

    ADOTTA UN RECLUSO
    • È un animale pulito, mangia poco e silenziosamente dalla sua ciotola in acciaio;
    • Si accontenta di poco più di 3mq di spazio, gli basta una passeggiata di un’ora – purché nel cemento, perché non è più abituato al verde;
    • Non emette suoni o rumori strani, rispetta le regole e gli ordini impartiti;
    • Ha un’innata capacità di adattamento e può sopravvivere ad ogni tipo di maltrattamento, non si ribella, non reagisce alle provocazioni, è socievole e, se trattato con un po’ di rispetto, non è pericoloso per l’uomo;
    • Ha solo pochi bisogni essenziali, che sono tutti racchiusi nel rispetto della dignità.

    Con profonda stima, distinti ed educati saluti.

    Claudio Bottan, Vicenza Casa Circondariale, 25 luglio 2012
     

     

    Più informazioni su