C’era una volta la letterina di Natale

Unita alla tradizionale poesia da recitare durante la cena natalizia, stando in piedi sulla sedia, ci consentiva di raggranellare non pochi soldi, subito utilizzati in acquisti vari.

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Quando eravamo bambini (qualche secolo fa) c’era la bellissima abitudine di preparare nelle scuole, con la supervisione delle maestre, la famosa letterina di natale, che, unita alla tradizionale poesia da recitare durante la cena natalizia, stando in piedi sulla sedia, ci consentiva di raggranellare non pochi soldi, subito utilizzati in acquisti vari.

Quante cose belle e buone scrivevamo in quelle lettere, quante promesse di essere bravi, di studiare, di rispettare ed amare nonni, zii e parenti tutti, di obbedire alla mamma.

Era un vero e proprio elenco, che anno dopo anno, si innovava con qualche variante, ma il succo era sempre lo stesso. Se avessimo mantenuto almeno la metà degli impegni assunti con quelle lettere le nostre fila sarebbero piene di parroci, vescovi, qualche santo e qualche benefattore dell’umanità.

E invece? Si dice che il diavolo, per impedirci di essere buoni, ci “mette la coda”, per ostacolare in tal modo il nostro cammino verso la virtù e verso la grazia.

Ma ora che siamo un po’ cresciutelli non vi sembra cosa giusta cercare di mantenere almeno una piccola parte di quelle promesse?

Allora se questa fosse la vera intenzione di almeno una piccola parte di tutti noi, se veramente volessimo cominciare a comportarci da persone grandi e mature, la prima cosa da fare a mio avviso sarebbe quella di non lasciare più tanto soli quei poveri politicanti in spe (servizio permanente effettivo), mandando a casa quelli stanchi per i tanti anni di lavoro (???) svolto.

Dovremmo anche riprendere la buona abitudine che avevamo una volta di andare a votare per mandare tra i banchi del Parlamento quelli che noi sappiamo essere meno peggiori degli altri,che sappiano parlare correttamente la lingua italiana (condizionali e congiuntivi compresi), che sappiano così scrivere qualche buona legge.

Se poi queste doti saranno completate anche da una certa dose di sincerità e di onestà allora potremo dormire sonni forse più tranquilli, in attesa di una ricca e prosperosa Befana, con una Gerla piena di cose veraci, che ci ricordino i sapori e gli odori degli sfornati della nostra gioventù davanti al camino con il profumo del vino novello.

Samurai di Basilicata

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