Ex Materit di Ferrandina, il sindaco: “La Regione fa lo scaricabarile” foto

"Dopo 30 anni ancora 800 sacchi di polvere d'amianto rimangono nel sito, ma la Regione scarica le responsabilità sul Comune"

Ci sono 800 sacchi di polvere di amianto da portare via ma ci si preoccupa della cartellonistica, della video sorveglianza o della recinzione.

Siamo nell’area industriale Valbasento, a Ferrandina, sito nazionale in attesa di bonifica. Sogno industriale divenuto cimitero di lamiere e veleni incastonati in capannoni abbandonati da decenni. Tra questi quello dove era ubicata la Materit, fabbrica che produceva manufatti in cemento amianto che oggi custodisce gli 800 sacchi di polvere d’amianto.

Il sindaco di Ferrandina, Gennaro Martoccia non ha trascorso un sereno Natale, non dopo l’audizione del presidente della Regione, Marcello Pittella, il 21 dicembre scorso, alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro, sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica dei Siti di interesse nazionale (Sin).

Il presidente Pittella dinanzi alla Commissione ha fornito informazioni sui lavori di bonifica ex Materit – dell’importo di 2.577.371 euro – aggiudicati nel 2016, ma il Consiglio di Stato,  con sentenza pubblicata ad agosto 2017 ha disposto l’esclusione dalla gara della ditta aggiudicataria, determinando la decadenza del contratto.

“L’ufficio – ha detto Pittella – ha preso atto della Sentenza del Consiglio di Stato ed ha disposto l’annullamento dell’aggiudicazione e la decadenza del contratto.

Nella prospettiva della nuova aggiudicazione, il 14 dicembre si è tenuto un incontro al Ministero dell’Ambiente, tra l’Ufficio regionale competente e l’Inail per una valutazione dell’impatto sul procedimento delle prescrizioni ed è stato riavviato il procedimento finalizzato alla aggiudicazione dei lavori di bonifica. In attesa dei lavori della Commissione di gara, al fine di garantire la sicurezza del sito – ha precisato il governatore – la Regione ha sollecitato il Comune di Ferrandina ad attivare gli interventi urgenti di messa in sicurezza, in modo da impedire il rischio di esposizione della popolazione alle fibre di amianto”.

Il presidente della giunta regionale lucana ha poi precisato che il Comune di Ferrandina è stato destinatario di uno specifico finanziamento ministeriale di 500 mila euro per la messa in sicurezza del sito ex Materit, da cui residuano ancora circa 100 mila euro. Nelle more dell’espletamento delle procedure di aggiudicazione dei lavori di bonifica l’ufficio regionale di Prevenzione e controllo ha chiesto al Comune di avviare, anche con il sostegno della Regione, l’esecuzione degli interventi ritenuti più urgenti tra quelli segnalati nella relazione conseguente al sopralluogo Inail.

Dichiarazioni, queste del presidente Pittella, che hanno fatto imbufalire il sindaco di Ferrandina che da noi contattato risponde con una metafora: la Regione sta scaricando sul topolino di campagna le responsabilità del topolone di città.

Ci sono trent’anni di silenzi sulla messa in sicurezza e bonifica dell’ex Materit- tuona Gennaro Martoccia-Tutte le altre Regioni hanno ottemperato, qui in Basilicata invece si procede con lo scaricabarile e non ci sto a questo tentativo della Regione di scaricare sul Comune le responsabilità. .

C’è una gara per la messa in sicurezza e bonifica del sito ex Materit, la vince l’Ati (associazione temporanea di imprese) Pellicano Verde- Fibro Service srl. La seconda classificata fa ricorso al Tar, che viene però rigettato. Ad agosto 2017 il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tribunale amministrativo lucano ed esclude la Pellicano Verde assegnando la gara alla seconda classificata.

Per scongiurare ulteriori ritardi della messa in sicurezza invito la Regione a mettere in atto le procedure per avviare i lavori. Perché non fanno subentrare la seconda ditta riconosciuta dal Consiglio di Stato? Si vuole invalidare la gara d’appalto? E si vuol far cadere la responsabilità sul Comune?

Si continua a giocare – conclude il sindaco- dimenticando che in quella fabbrica ci sono 800 sacchi di polvere d’amianto che mettono a rischio la salute dei cittadini e dei lavoratori che si trovano nelle immediate adiacenze dell’ex Materit. Parliamo di polvere d’amianto ma forse questo alla Regione Basilicata non è chiaro”.