Vittime della caccia, 115 morti nella stagione 2017-2018

Animalisti Onlus: Gli appelli alle Regioni che hanno prorogato la chiusura della stagione di caccia non sono bastati

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Non sono bastati gli appelli ai Presidenti delle 10 Regioni italiane che hanno prorogato la chiusura della stagione venatoria 2017/2018 al 10 Febbraio. Non sono stati sufficienti i dati forniti dalle tante associazioni, animaliste e non, a fotografare un fenomeno, quello della caccia, che ogni anno lascia centinaia di vittime umane sui terreni di tutta Italia.

Nonostante richieste, manifestazioni pacifiche e campagne di sensibilizzazione portate avanti da Animalisti Italiani Onlus (www.animalisti.it), la stagione venatoria chiuderà i battenti il prossimo 10 febbraio.

Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Umbria e Veneto hanno “mantenuto l’impegno” preso con i cacciatori, concedendo loro altri 10 giorni di proroga rispetto a quella che sarebbe dovuta essere la data ufficiale in cui abbassare le armi (31 Gennaio 2018). Altri giorni, utili solo a decimare le specie più rare della fauna selvatica e ad inquinare terreni, fiumi e falde acquifere con il piombo dei proiettili.

Sono 115, tra cacciatori e non, le vittime della stagione venatoria 2017/2018. In base ai dati forniti dall’Associazione “Vittime della caccia”, tra i civili non cacciatori le vittime sono 34 (24 feriti e 10 morti), mentre tra i cacciatori sono 81 (61 feriti e 20 morti). La nota più dolorosa è che, tra le persone coinvolte, si registrano anche 3 minori (2 feriti e 1 morto). Il totale di questa macabra conta fa, appunto, 115. Tutto ciò, senza mai dimenticare che, in base ai numeri ufficiali di Istat e Federcaccia, in Italia il numero dei cacciatori registra un andamento decrescente essendo passati da 1.701.853 nel 1980 (3% dell’allora popolazione italiana) a 751.876, nel 2007 (1,2% dell’attuale popolazione italiana) con una drastica riduzione del 55,8% (57,9% in rapporto alla popolazione italiana).

In più, il Rapporto Eurispes 2017 fotografa un’Italia in cui è in fortissimo aumento il numero delle persone che hanno sposato un’alimentazione totalmente vegana (il 3% della popolazione totale, a dispetto del 2016 in cui ci si fermava all’1%). Eppure si continua a sparare.

L’ennesimo regalo ai cacciatori, come se già non ne ricevessero abbastanza. Evidentemente, mai come quest’anno, i grilletti facili portano voti sicuri”. È questo l’attacco durissimo che il Presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale, rivolge ai Governatori di quelle regioni che “pur potendo, nulla hanno fatto per ridurre questo vero e proprio sterminio di massa. Nelle scorse settimane abbiamo promosso tantissime iniziative per testimoniare la veridicità delle nostre affermazioni.

Abbiamo organizzato passeggiate ecologiche nei boschi per disturbare i cacciatori, nel corso delle quali abbiamo raccolto i bossoli abbandonati da questi assassini. Ci siamo visti insultare e minacciare sui social network solo perché predichiamo il rispetto per ogni forma di vita. Abbiamo, insieme ad altre associazioni animaliste, scritto ai Presidenti delle 10 Regioni che hanno deciso di chiudere la stagione della caccia il 10 Febbraio, chiedendo loro di cancellare la delibera.

Solo in due ci hanno risposto, specificando che tutto era avvenuto secondo la legge: noi questa cosa non l’abbiamo mai messa in dubbio, chiedevamo solo che si finisse di sparare ovunque il 31 Gennaio. Invece nulla di fatto. Le lobby dei cacciatori portano voti – conclude Caporale – lo abbiamo sempre sostenuto e questo 2018 ne è stata l’ulteriore conferma”.

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