La mia Irene, morta al quarto mese di gravidanza. Perché? foto

È atroce sentirsi dire che va tutto bene e poi in un attimo ti crolla tutto addosso. Nel momento più bello la tragedia più grande che non ha conforto

Più informazioni su

Sono un insegnante di matematica e marito di Irene Asquino. Risiedo a Rionero in Vulture, luogo nel quale si è consumata la disgrazia che sto per raccontare.
Il 23 febbraio scorso mia moglie, 43 anni, alla sua prima gravidanza e ormai al termine del quarto mese, è morta stroncata da una probabile embolia polmonare che, nel giro di pochi minuti, l’ha portata in arresto cardiaco.

La gravidanza non aveva presentato problemi, Irene era incinta di quattro mesi, sembrava avesse superato i famosi tre mesi senza grosse difficoltà, ma venerdì 23 febbraio intorno alle 14.45 si è consumato il dramma. Una crisi respiratoria pare sia stata alla base del decesso, che ha poi provocato un arresto cardiaco che non le ha lasciato scampo.

Io che quel giorno ero a casa perché libero dai miei impegni di lavoro, ho chiamato alle 14.44 il 118. In quel momento Irene era ancora perfettamente lucida, è stata lei a dirmi di chiamare il 118 anche se io volevo portarla in ospedale a Melfi, ma lei diceva che non era in grado di muoversi e respirava a fatica. Alle 14.47 ho richiamato il 118 per sollecitare il loro intervento, mi hanno risposto che facevo prima a chiamare il medico curante che forse sarebbe arrivato prima di loro. Infatti, il medico curante, chiamato subito dopo, è arrivato alle 15.05 circa, per il 118 abbiamo dovuto attendere le ore 15.15. Quando finalmente il 118 è giunto, i medici, resisi conto che la situazione era grave, hanno chiamato l’eliambulanza, giunta sul luogo alle ore 15.29. Non so dirvi a che ora mia moglie si sia spenta, certo è che i medici dell’eliambulanza non hanno ritenuto necessario nemmeno portarla in ospedale. Alle 15.50 l’hanno dichiarata deceduta.

A detta dei medici del 118 e altri medici a cui ho raccontato tutto quello che è successo, è stata un’embolia polmonare che avrebbe causato l’arresto cardiocircolatorio. Inutile qualsiasi tentativo di far nascere quella piccola creatura che portava in grembo.

La crisi respiratoria potrebbe essere insorta per problemi di coagulazione. Complicanze che possono insorgere durante una gravidanza, ma a me e mia moglie non ci era mai stata paventata una possibilità del genere. Se mi chiedo se a mia moglie siano stati prescritti tutti gli esami necessari a valutare anche questo tipo di rischio, per quello che ho potuto verificare da me, la risposta è no.

È atroce sentirsi dire che va tutto bene e poi in un attimo ti crolla tutto addosso. Nel momento più bello la tragedia più grande che non ha conforto.

Qualcuno mi ha detto che sono casi rari ma si può morire di embolia in gravidanza. Certo è che quando succede non ci puoi fare proprio nulla specialmente se l’ambulanza ti arriva dopo mezz’ora.

In questi giorni ho provato a cercare tra le pagine di Internet una giustificazione a tutto ciò. Ho scoperto che a settembre scorso è successo una cosa analoga ad una donna di 39 anni a Monteforte in provincia di Avellino, nemmeno troppo lontano da Rionero. Oggi mi chiedo se la medicina non abbia le sue colpe in quel che è accaduto. Per me la medicina ha sbagliato due volte: esami preliminari insufficienti (a Irene furono prescritti solo la proteina C ed S ad inizio gravidanza per la coagulazione, i cui valori risultarono nella norma) e un’ambulanza che ti arriva dopo mezz’ora ma che speranza ti può dare in un caso di tale urgenza?

Irene era una persona giusta, corretta e sincera con tutti. Tutti a Rionero la conoscevano per il suo sorriso che elargiva a chiunque la incrociasse nel suo cammino.

Ho voluto raccontare quel che ci è successo per darle un po’ di giustizia e perché si possano mobilitare le coscienze a che un episodio del genere non possa capitare mai più a nessuno.
Grazie.

Giuseppe De Carlo

 

Più informazioni su