Matera 2019 perde pezzi e si riduce a un “business” di pochi

Rospi (M5S): "Non è più il tempo di promettere posti di lavoro"

Matera 2019 perde pezzi e chi ne paga le conseguenze sono sempre i cittadini. Hanno alzato bandiera bianca, nell’ordine, la presidente della Fondazione Matera – Basilicata 2019, Aurelia Sole, e l’assessore al Turismo della città dei Sassi, Adriana Poli Bortone (senza dimenticare che è anche vacante l’assessorato ai lavori pubblici ed al verde del Comune di Matera dopo l’elezione alla Camera di Michele Casino, il quale ha rassegnato le dimissioni dalla carica assessorile).

Non è mia intenzione entrare nel merito delle motivazioni che hanno portato alle due improvvise dimissioni, visto che il “chiacchiericcio” risulta sempre deleterio, ma il vero problema è solo e sempre uno: il 2019 avrebbe dovuto rappresentare per Matera e per l’intero territorio lucano una grande opportunità ma, in realtà, il tutto si sta riducendo ad un vero e proprio, ed anche inutile, “business” di pochi.

Per la Fondazione, la Magnifica Rettrice dell’Unibas è stata rapidamente “rimpiazzata” dall’ex sindaco di Matera ed attuale consigliere comunale, Salvatore Adduce, che pochi giorni prima, in conferenza stampa, ha dichiarato che il “governissimo” materano non esiste più.

Qualcosa non quadra e la comunità, che ha già reagito con veemenza alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, è pronta a dare ulteriori segnali al territorio lucano.

Il 17 ottobre 2014, giorno in cui Matera è stata designata Capitale europea della cultura per il 2019, si è parlato di grande occasione di rilancio per un territorio che, nel frattempo, non riesce ad esprimersi grazie all’ottusità di amministratori locali i quali, dopo il risultato del 4 marzo, dovrebbero avere il coraggio di mettersi, e non di rimettersi, in discussione.

Non è più il tempo di promettere posti di lavori, che vanno sicuramente creati e tutelati, ma quello di dare la possibilità, soprattutto ai giovani (che devono essere “giovani” nel momento in cui entrano nel mondo del lavoro, il che significa permettere il meritato riposo ai nostri nonni, zii, genitori dopo i giusti “sacrifici lavorativi”), di “avere” un futuro nel proprio territorio, sperando di poter ripopolare una regione che, ricchissima sulla carta, manda le proprie eccellenze in ogni dove.

E di esempi ce ne sarebbero tanti e, ne sono convinto, in tanti torneranno nella loro terra d’origine. Bisogna lavorare con e per il territorio, tutti insieme per rilanciare la nostra amata terra.

Gianluca Rospi, portavoce M5S – Camera dei Deputati