Petrolio, Consiglio di Stato conferma air gun nel Golfo di Taranto

Indagine sismica 3D su uno specchio acqueo di 748,7 km nel Golfo di Taranto autorizzata dal governo Renzi nel permesso di ricerca D79

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Dopo il Tar del Lazio il Consiglio di Stato conferma un’indagine sismica 3D su uno specchio acqueo di 748,7 km nel Golfo di Taranto autorizzata dal governo Renzi nel permesso di ricerca D79. Il Consiglio di Stato  ha bocciato dopo il Tar del Lazio inoltre altri ricorsi di regioni e comuni che si affacciano tra il  Golfo di Taranto e sull’Adriatico su altri 8 permessi di ricerca.

Il permesso di ricerca D79 era stato uno dei primi permessi di ricerca richiesti nel Golfo di Taranto dalla Enel Longanesi, permesso poi ceduto alla Aleanna Italia. Una Società a responsabilità limitata con sede a Roma e  Matera. La stessa Enel Longanesi era uscita dalla upstream-gas e dalla ricerca petrolifera in mare  ritenendo non conveniente  investire in questo settore .

https://www.enel.com/it/media/press/d/2016/07/enel-perfeziona-la-cessione-degli-asset-upstream-gas-in-italia-per-30-milioni-di-euro

Tra le motivazioni  per cui La stessa regione Basilicata aveva perso il ricorso al Tar del Lazio proprio sul permesso D79  allora in carico  alla Enel Longanesi vi era anche quella  di  non aver fornito ( durante la giunta De Filippo ) osservazioni al ministero dell’ambiente sull’impatto ambientale del permesso stesso,  cosi come hanno fatto comuni ,comitati e associazioni.

http://www.basilicata24.it/2016/08/trivelle-nello-jonio-il-tar-del-lazio-bacchetta-la-regione-basilicata-21622/

Ora potranno essere soddisfatti quelli di Confindustria Basilicata che vogliono più fossile, non sappiamo cosa ne pensa  la Confindustria turismo e pesca (sempre se in Basilicata esiste ). Continuerà ancora il  presidente Marcello Pittella, Vito De filippo e il PD lucano  nella falsa opposizione alle trivelle in mare  mentre hanno aperto le porte sulla terraferma alle compagnie petrolifere ? La stessa Aleanna Resources  con  sede a Matera ha altri permessi di ricerca in terraferma lucana.

Continuerà  l’ex vice ministro Filippo Bubbico (anche con il  suo nuovo  partito) dopo le autorizzazioni  a cui ha partecipato con  il governo Renzi a pensare di trivellare lo jonio ?  

Senza entrare nel merito della sentenza, lo faremo con  calma, ricordiamo che questo procedimento amministrativo  avviato dal governo Renzi  dovrà tenere  comunque conto  qualora si avviasse la ricerca petrolifera  con l’ air gun  dell’impatto ambientale che in realtà ci potrebbe essere  sui delfini, sul corallo bianco, sulle biocenosi, sulla pesca e sugli ecosistemi del nostro mare.

Su eventuali danni che le popolazioni, le attività economiche e le istituzioni locali potrebbero riservarsi di chiedere al fine di tutelare il proprio patrimonio naturalistico  e di interesse economico rilevante .In merito avevamo più volte chiesto proprio al ministero dell’ambiente in altri permessi di ricerca di avviare  un punto ambientale zero o bianco dei nostri mari anche tenuto conto della presenza delle navi dei veleni nello Jonio e nei mari meridionali.

L’annosa questione delle navi dei veleni  desecretata dalla commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti è stato oggetto di  un nostro esposto alla comunità europea.

L’area del golfo di Taranto è invece  interessata da un progetto di area sic di alto mare già presentato in regione puglia  dalla JDC , propedeutica alla creazione del paradiso dei cetacei che la stessa Ispra aveva guardato con interesse scientifico proprio  nel golfo di Taranto.

In attesa di un cambio di governo che protegga i nostri mari dalle trivellazioni petrolifere  il consiglio di stato  ha confermato i permessi di ricerca che riguardano la  Società Northern Petroleum Ltd e la la società Petroleum Geo – Service Asia Pacific Pte. Ltd ,gli 8 permessi sono: d 66 F.R.-NP” ;“d61 F.R.-NP” ; d 65 F.R.-NP; d2 F.P.-PG; “d60 F.R.-NP”, “d149 D.R.-NP”, “F.R. 39 NP” e F.R. 40 NP”.

NOSCORIE TRISAIA
MEDITERRANEO NOSCORIE

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