Gestione risorse idriche: è tempo di svoltare

La vicenda ultratrentennale dei lavori del Distretto G, segnata dalla storia di mala burocrazia che ne fa una delle grandi incompiute di opere pubbliche in Italia

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Il divieto all’uso di acqua potabile che perdura a Policoro e si è esteso in altri centri del Metapontino, da una parte, la vicenda del completamento dello schema idrico Basento-Bradano, dall’altra, nuovamente denunciata dai sindacati dei lavoratori edili, denotano l’inadeguata ed inefficace gestione delle risorse idriche che continuiamo, ostinatamente, a definire “oro blu” ma che nei fatti sono declassate a risorse residuali, meno del “carbone”.

E’ il commento del segretario regionale di Italia dei Valori Angelo Rosella per il quale non è solo il rinvenimento di trialometani nell’acqua delle case di Policoro quanto il diffuso uso di acqua minerale in tutte le case delle famiglie lucane a confermare che le preoccupazioni sulla salubrità della nostra acqua sono antiche e si ripercuotono nelle tasche dei cittadini.

Non a caso siamo diventati tra le regioni che acquistano e consumano più acqua minerale in Italia in rapporto agli abitanti. E per inciso – continua Rosella – anche le royalties riconosciute alla Regione dalle società (quasi tutte multinazionali italiane ed estere dopo la scomparsa dell’imprenditoria locale) che imbottigliano e commercializzano l’acqua delle sorgenti del Vulture e più di recente del Pollino sono molto basse al pari delle royalties del petrolio. Ciò a conferma del basso valore che si dà all’acqua sempre più necessaria per le comunità pugliesi per tutte le destinazioni.

La vicenda ultratrentennale dei lavori del Distretto G, segnata dalla storia di malaburocrazia che ne fa una delle grandi incompiute di opere pubbliche in Italia di cui non si intravede ancora l’apertura dei cantieri,  sono l’altra faccia della medaglia della grave sottovalutazione che perdura da anni dovuta anche all’assenza di una gestione unica dell’acqua per i diversi usi (potabile, agricolo, industriale). Per non tacere dell’effetto occupazione con centinaia e centinaia di lavoratori edili in cassa integrazione.

E’ tempo di svoltare e – dice il segretario IdV – di mettere ordine nella rete di enti e condotte, tra l’altro che disperdono acqua e valore economico. In questa legislatura regionale si è cominciato a farlo ma modalità, tempi e strumenti non sono adeguati e soprattutto manca un’idea di programmazione e di messa a valore

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