La sanità lucana ridotta alle pezze

La qualità dei servizi offerti dal dipartimento “Politiche della Persona” ha toccato livelli di inefficienza e di assenza mai raggiunti prima di oggi.

L’attuale legislatura volge al termine e di sicuro la qualità dei servizi offerti dal dipartimento “Politiche della Persona” ha toccato livelli di inefficienza e di assenza mai raggiunti prima di oggi.

Quello che si evince è l’assenza dei controlli e, purtroppo, sempre più spesso l’azione amministrativa è sostituita da quella giudiziaria e non già come momento di seconda istanza ma come presidio ed unico baluardo mirante a tutelare la legalità.

Senza voler fare bassa speculazione quanto occorso per i servizi prestati dai Padri Trinitari di Venosa senza che si sia posto in essere alcun controllo preventivo la dice lunga.

E’ molto probabile che coloro i quali hanno ritenuto segnalare le situazioni obbrobriose riprese dalle telecamere lo hanno fatto direttamente alle autorità giudiziarie e non già a quelle amministrative forse perchè lo hanno ritenuto inutile se non controproducente.

Eppure la comunità paga profumatamente i servizi resi alle persone diversamente abili così come quelli resi dal Call Center per la gestione del Cup- Centro Unico di Prenotazione-.

Quello che si ebbe a verificare nelle vacanze natalizie è un’altra dimostrazione di inefficienza. Lo stesso gestore dette riscontro del disservizio ma non è stata richiesta nessuna giustificazione da parte del Dipartimento è figuriamoci un eventuale provvedimento anche solo come minaccia. L’attività di controllo è inesistente, guai a disturbare il guidatore altrimenti si vengono a rompere gli equilibri che nulla hanno a che vedere con l’interesse della collettività.

L’asilo nido di Via Gramsci a Matera, dopo 13 anni di inattività dovrebbe riprendere l’attività, non parliamo del superamento delle barriere architettoniche perchè non sono previste ma la competenza non è regionale mentre ci soffermiamo sulla operatività connessa al numero dei posti che il nido può ospitare e questo SI! che è una funzione di controllo che la Regione dovrebbe esercitare ed invece non si pone neppure il problema.

La ristrutturazione dell’immobile prevedeva di ospitare un numero massimo di 50 bambini previsto dal regolamento comunale e gli spazi dovevano essere dimensionati per 10 lattanti, 10 semi-divezzi e 30 divezzi. Questo prevedeva la relazione tecnica generale relativa ai lavori di riqualificazione del Nido; parliamo di Ottobre 2012 quando la dgr 864/15 non esisteva ed il numero massimo che un nido poteva ospitare era di 40 bimbi. Era l’epoca, infatti, in cui il piano socio-assistenziale 2000-2002 prevedeva fino ad un massimo di 40 posti.

La dgr 864/2015 ha rivisto il limite portandolo a 60 ed è così che l’amministrazione comunale ha deciso di installare anche un “ micro-nido appendice” e portare il limite dei bimbi ospitabili a 70. sic! La fantasia umana non ha limiti. Il predetto piano socio-assistenziale circa la capacità ricettiva recita testualmente : “Nelle situazioni in cui risultasse impossibile raggiungere la capienza minima di 20 posti- numero minimo per gli asili nido-, può essere istituito il micronido; esso può essere realizzato purché insieme alla condizione di utenza ridotta, si realizzi l’altra condizione che lo legittima e cioè la sua aggregazione ad un’altra unità di servizi per l’infanzia (scuola materna, primaria, ecc.) con la quale realizzare significative economie gestionali. Non è il caso del micro-nido appendice e tutti lo sanno ed accanto ai 60 posti previsti se ne aggiungono altri 10 in barba alle norme e senza giustificazione alcuna.

Tutto quanto previsto nel piano socio-assistenziale 2000/2002 per quello che riguarda lo spazio e le aree attrezzate esterne resta in un libro dei sogni per quella struttura storica sicuramente idonea e meritoria socialmente quando fu resa operante oltre 70 anni fa ma vogliamo definire anche il Colosseo una struttura adibita a spettacoli pubblici che ha “temporaneamente” sospeso l’attività? Il nido riprende l’attività dopo 13 anni ed in questi anni di acqua sotto i ponti ne è passata tanta.

Le aree parcheggio sono praticamente inesistenti e gli accessi alla struttura non prevedono il superamento delle barrierre architettoniche senza considerare che va ripensata la struttura e la sua compatibilità con le regole tecniche di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli asili nido, un DM del 2014, e un successivo DM del 2018 che prevede l’ applicazione della normativa antincendio agli edifici e ai locali adibiti a scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado, nonché agli edifici e ai locali adibiti ad asili nido. Quei locali sono idonei?

In quelle città dove la vita pulsa, le stazioni ferroviarie spesso sono state abbandonate perchè non rispondenti ad esigenze attuali di vita; a Matera si riattivano pur se in maniera suggestiva vecchie strutture risalenti al periodo bellico per servizi delicatissimi quali un asilo nido deputato ad ospitare bimbi da 0 a 36 mesi e si inventano anche posti aggiuntivi ed il Dipartimento“Politiche della Persona” , tace!

Ovviamente per parità di bando anche per il Nido di via Bramante è previsto che ospiti 70 bimbi.

Il Direttore Generale del Dipartimento appare completamente assente e l’Assessore malgrado la lunghissima permanenza non ha ancora prese le misure.

Pio Abiusi