Ancora violenze in carcere, aggredito agente a Matera

Si sarebbero rifiutati di indossare un abbigliamento più consono davanti a un'infermiera

Sarebbero due i detenuti, uno di origini baresi e l’altro originario di Taranto,  protagonisti dell’episodio verificatosi all’interno del carcere di Matera il 20 maggio scorso. I due reclusi invitati dall’agente del reparto a indossare un abbigliamento più consono in occasione della somministrazione di farmaci da parte di un’infermiera, avrebbero tentato di aggredire l’agente contro il quale avrebbero inveito pesantemente per poi minacciarlo di morte. I due sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per violenza, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.

Secondo il Coordinamento sindacale penitenziario, non sarebbe la prima volta che i detenuti violano i regolamenti interni in vigore nei penitenziari. Nelle carceri italiane solo nel 2017 sono stati oltre 1200 gli episodi di aggressione nei confronti degli addetti alla sicurezza. In Italia i reclusi raggiungono la soglia di circa 59mila persone contro i 54 mila posti disponibili.

In Puglia e Basilicata -fa sapere ancora il Cosp- i reclusi sono 3mila 500 circa a fronte di appena 2mila 600 posti disponibili. Nei penitenziari italiani, comprese le strutture minorili, mancherebbero all’appello oltre mille agenti di polizia penitenziaria. Secondo il Ministero l’organico attuale composto da 35mila agenti contro le 46mila unità del 2001, sarebbe sufficiente a garantire controllo e sicurezza nei 260 penitenziari della Penisola. Il sindacato autonomo Co.s.p. torna a sollecitare la limitazione di misure deflattive, come il blocco della vigilanza dinamica e il sistema delle celle aperte, che non conciliano affatto con la scarsezza di personale.