I lavoratori cristiani della Fca di Melfi scrivono al Papa: calpestati da finanza e denaro

Al Pontefice raccontano le difficoltà di vivere cristianamente con la propria famiglia le giornate dedicate al Signore

Pubblichiamo, di seguito, la lettera che un gruppo di lavoratori cristiani della Fca di Melfi ha inviato a Papa Francesco. Gli autori, al momento, hanno chiesto di rimanere anonimi “per timore di ripercussioni da parte dell’azienda”.

Siamo dei Lavoratori Cristiani della Fca e dell’indotto di Melfi (Potenza). Ci permettiamo di scrivere questa umile lettera a Sua Santità Papa Francesco per metterla a conoscenza di come noi lavoratori abbiamo dovuto vivere la settimana Santa all’interno delle fabbriche in cui lavoriamo.

Le raccontiamo in piccoli passaggi la vicenda.

Il 21 febbraio circa ci venne comunicato dal sindacato che l’azienda aveva comunicato la Cig (cassa integrazione guadagni per crisi e mancanza di richiesta di Jepp Renagade, 500X e Grande Punto), il periodo all’incirca era dalle 6:00 del 19 a 31 marzo 2018 per la linea G. Punto, per la linea della Jepp Renegade e della 500X era invece dal dalle ore 6:00 del 30 alle 14:00 del 3 aprile 2018 e come padri e madri cristiani eravamo rincuorati e felici di poter dedicarci alla nostra giovane prole, a tutta la famiglia e all’amore per la Santa Pasqua.

Purtroppo così non è stato, il 25/3/2018 ci hanno comunicato l’annullamento parziale della Cig sulla linea G.Punto dal 19 al 28 Marzo. Nel frattempo ci hanno dato un Par collettivo (Permesso nostro personale) per il giorno 25/3/2018 per mancanza di lavoro!

Poi nuovamente il 20/3/2018 ci hanno comunicato che toglievano la Cig per il 30/3/18, poi il 26/3/18 cioè il giorno dopo il Par collettivo ci hanno comunicato che toglievano tutta la Cig su tutte le linee con un semplice messaggino sms o via whatsapp perché era terminata la contrazione del mercato perché c’era stata una grossa richiesta d’acquisto. Potete immaginare come abbiamo preso male la comunicazione così a poca distanza dalla Pasqua Santa e di come abbiamo vissuto con le nostre famiglie, la chiesa e i nostri figli e nelle stesse fabbriche nella settimana Santa, inoltre tornati a casa la notte della Santa Pasqua oltre la mezzanotte, anche perché la gran parte siamo pendolari e viaggiamo con gli autobus per più ore dalle nostre abitazioni che, abbiamo tra i 50Km e i 180Km di distanza dalle aziende.

Questa ennesima difficolta ha reso molto complicata la gestione familiare degli impegni Cristiani legati alla Santa Pasqua.

Poi è successo che a distanza di soli di 15 giorni ci è stato concesso nuovamente un Par collettivo per tutti!

Facciamo notare che nelle nostre zone molte attività sacre (Comunioni e Cresime etc..) i nostri sacerdoti le stanno spostando al 25 aprile o nelle altre festività perché hanno difficoltà serie a coinvolgere le nostre intere famiglie che spesso subiscono queste difficoltà e non possono seguire il percorso vitale spirituale e cristiano dei propri figli e di tutta la famiglia. Tutto condito da turni massacranti a cui siamo costretti, oggi più che mai è difficile per noi metalmeccanici nella fattispecie essere allo stesso tempo dei bravi lavoratori e dei buoni cristiani, e vivere cristianamente con la propria famiglia le giornate dedicate al Signore!

Infatti nonostante lo sforzo che la Chiesa ha provato a mettere in campo per raggruppare le famiglie e farle avvicinare a Dio, stanno diventando vane, infatti per interessi anche per il giorno 25 e il primo maggio stanno chiedendo straordinari, addio cresime, comunioni e spiritualità cristiana!

La questione, Santo padre, sembra essere che i potenti impongono sempre di più la loro visione che schiaccia l’uomo e la donna e che, punta tutto sul consumismo e il massimo reddito perché i loro interessi e i capitali non devono mai essere messi a rischio, migliaia di euro all’ora, la finanza e il denaro sopra l’uomo, sopra lo spirito.

La questione è vivere per lavorare. O lavorare per vivere una vita sociale e di comunione? Con questo sistema e con questi ritmi non riusciamo neanche più a esercitare lo spirito di confronto e d’amore verso la vita, verso l’altruismo, non abbiamo neanche più il tempo di consumare i nostri pochi soldi con serenità, con la famiglia e con le nostre persone care!

Con grande stima le mandiamo un nostro caro affettuoso ringraziamento per il buon esempio che lei ci da quotidianamente nel percorso nella chiesa, a tutti questi dirigenti italiani, ai politici e, al lato umano e spirituale che lei ha saputo mostrare contro le ingiustizie del mondo.

Le auguriamo di non rimanere mai solo a combattere contro le ingiustizie generate dai potenti, dalle lobby e dalla fame di tutti i signori delle guerre ingiuste della terra, che aumentano ancora di più disperazione, fame, malnutrizione, incomprensioni, cattiverie e malattie. Ogni volta che lei vorrà potrà contare sulle nostre forze e teste lucane, siamo umilmente a a Sua disposizione per alzare la voce assieme a Lei e ai tanti altri cristiani che la pensano come noi, per provare a migliorare il cuore dei tanti spiriti ciechi e sordi che travolgono il bene comune per degli interessi esclusivamente personali!

Con grande stima la salutiamo dalla nostra umile Basilicata e dalle nostre fabbriche a cui noi dedichiamo un gran pezzo della nostra vita e producendo ricchezza anche per chi ancora oggi rimane alla finestra a fare poco, un’altra politica è necessaria per migliorare anche il nostro attaccamento ai doveri umani e cristiani.

Nota della redazione: I lavoratori autori della lettera a Papa Francesco hanno chiesto la pubblicazione anonima “per timore di ripercussioni da parte dell’azienda”.