Ecco perché in Basilicata l’eolico diventa selvaggio

Il caso PLC System. Affari, operazioni industriali e finanziarie che vedono protagonisti personaggi di piccolo taglio aggrappati a grandi gruppi di interesse

Perché tutti hanno fretta di chiudere?

Sulla base di informazioni risultanti dalla contabilità gestionale, i ricavi aggregati del Gruppo PLC per i primi nove mesi dell’esercizio 2017 evidenziano uno scostamento rispetto alle previsioni del Piano Industriale per il medesimo periodo rispettivamente di Euro 6 milioni ed Euro 1,8 milioni e si devono principalmente ricondurre al ritardo nell’avvio di tre commesse e, precisamente, Serra Energia, Parco Eolico Forleto Nuovo 2 e C&C Tolve.

Scrive PLC: “Con riferimento al parco eolico sito nel Comune di Tolve, avente una potenza di 14,7 MW, detenuto da C&C Tolve S.r.l., società controllata al 100% da Tolve Windfarms Holding S.r.l. la quale è a sua volta partecipata al 18% da PLC System, a seguito della richiesta di proroga dei termini di validità del parere di compatibilità ambientale da parte della SPV, la Regione Basilicata ha ritenuto che a causa della mancata comunicazione di avvio dei lavori da parte della società la validità dello stesso fosse stata inficiata. C&C Tolve S.r.l. ha provveduto, allora, alla richiesta di rideterminazione dei termini del parere di compatibilità ambientale. Il ritardo accumulato per l’ottenimento del nuovo parere ha causato uno slittamento temporale non solo nell’avvio dei lavori del Parco di C&C Tolve, ma anche di quelli di Serra Energie e Forleto Nuovo 2, dato che i tre parchi rappresentano parte di una stessa operazione industriale con un conseguente impatto sul livello dei ricavi al 30 settembre 2017”. Tuttavia, la PLC può stare tranquilla, la Regione Basilicata ha risolto tutto. Andiamo a vedere.

Breve storia di una strana proroga

Parliamo del Progetto per la costruzione e l’esercizio di un parco eolico per la produzione di energia elettrica, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili in agro del Comune di Tolve (Parco eolico e opere di rete e di utenza) e dei Comuni di Oppido Lucano, Irsina e Genzano di Lucania (Opere di rete). In particolare l’impianto in Contrada Acqua Fredda a Tolve.

Il 30 marzo 2017, la Società C&C Tolve S.r.l. presenta istanza di proroga della Validità del Giudizio di Compatibilità Ambientale relativo alla costruzione dell’impianto autorizzato dalla Regione il 29 maggio 2013.

Il 27 aprile 2017 l’Ufficio Compatibilità Ambientale della Basilicata chiede integrazioni relative alle non mutate condizioni ambientali del contesto territoriale di riferimento a quanto decritto nello Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) allegato al procedimento di V.l.A. (Valitazione di Impatto Ambientale) che si era concluso favorevolmente con la delibera di giunta regionale di autorizzazione del 29 maggio 2013.

Il 23 maggio 2017,la Società C&C Tolve S.r.l. dichiara che le condizioni ambientali del contesto territoriale di riferimento rispetto a quanto decritto nello S.I.A. allegato al procedimento di V.l.A non sono mutate.

Il 12 settembre 2017,  la Società C&C Tolve S.r.l. precisa che la richiesta di proroga della Validità del Giudizio di Compatibilità Ambientale relativo alla costruzione dell’impianto in parola è di 12 mesi dalla scadenza naturale della suddetta procedura;

Nella seduta del C.T.R.A. (Comitato Tecnico Regionale per l’Ambiente) del 25/09/2017 la richiesta della Società C&C Tolve S.r.l. pur essendo iscritta all’ordine del giorno viene ritirata per un supplemento di istruttoria in relazione all’accertamento della comunicazione relativa all’inizio lavori dell’impianto.

Nelle more del supplemento istruttorio e verificato che la Società non aveva dato inizio ai lavori entro e non oltre l’anno dalla data di notifica del provvedimento di Rilascio del Giudizio Favorevole di Compatibilità ambientale l’Ufficio Regionale il 3 ottobre 2017 con una nota indirizzata alla Società richiedente, all’Ufficio Energia, ai comuni di Tolve, Oppido Lucano e alla Provincia di Potenza, che la proroga non può essere concessa e che si devono sospendere immediatamente i lavori iniziati e si invitavano i Comuni a vigilare per quanto di loro competenza.

Macché. Lor signori hanno continuato per la loro strada proponendo qualche mancia ai Comuni, “donazioni liberali” in denaro già elargite, scavalcando la Conferenza di Servizi. Tanto per riattivare la memoria, Il Sindaco di Tolve, Pasquale Pepe, attuale senatore della Lega, nel 2017, avrebbe accolto di buon grado una donazione liberale da parte della C&C Tolve srl e della Serra Energie  srl. Trecentomila euro elargiti dalle due Società. Questi soldi il Comune li ha destinati all’adeguamento tecnologico dell’impiantistica e alla ristrutturazione esterna di un edificio scolastico.

Il 4 ottobre 2017, la Società C&C Tolve S.r.l. presenta istanza di rideterminazione dei termini di Validità del Giudizio di Compatibilità Ambientale relativo alla costruzione dell’impianto, allegando la dichiarazione che le condizioni ambientali del contesto territoriale di riferimento rispetto a quanto decritto nello S.I.A. allegato al procedimento di V.l.A non sono mutate.

Il 30 novembre 2017, in relazione a questa richiesta, Il Dipartimento Ambiente Energia ritiene che, in considerazione delle motivazioni addotte dal proponente, dato atto delle non mutate condizioni ambientali del contesto territoriale di riferimento in cui insiste il progetto in parola, rispetto a quanto riportato nello Studio di Impatto Ambientale allegato all’istanza di V.l.A. possano essere rideterminati i termini di validità del Giudizio Favorevole di Compatibilità Ambientale reso con la D.G.R, n. 599 del 29 maggio 2013. La rideterminazione viene stabilita nei termini della validità di 5 anni a far data dall’adozione della delibera del 29 maggio 2013. Entro questi termini, e cioè entro il 29 maggio 2018, la Società avrebbe dovuto iniziare e ultimare tutti i lavori relativi al Progetto.  Trascorso tale termine, per la realizzazione dei lavori non eseguiti dovrà essere reiterata la procedura di V.l.A., salvo proroga concessa dall’Autorità Competente in materia di VIA su istanza motivata e documentata del proponente.

Il 16 marzo 2018 in relazione alla richiesta di proroga, l’Ufficio Compatibilità Ambientale ritiene che stante le motivazioni addotte dalla Società proponente con la richiesta di proroga e le non mutate condizioni ambientali del contesto territoriale di riferimento in cui insiste il progetto in parola, possa essere concessa la proroga dei termini di validità del Giudizio Favorevole di Compatibilità Ambientale per il periodo richiesto dalla Società proponente e pertanto fino al 28 maggio 2019. Entro tale termine dovranno essere ultimati tutti i lavori

Nel frattempo intervengono i cittadini

La Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) è una procedura tecnico-amministrativa finalizzata alla formulazione di un giudizio di compatibilità, nei confronti dell’ambiente da parte di nuove opere che interferiscono con lo stesso ambiente in relazione a tutte le possibili sue componenti, compreso l’ambito umano (antropizzato). E’ perciò inserita nel procedimento autorizzatorio di un’opera, aperto alla partecipazione del pubblico o dei cittadini residenti. Cittadini che nel caso in esame, pur non essendo stati chiamati in causa, con un’istanza indirizzata ai comuni di Oppido Lucano e Tolve, Prefettura e Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, hanno chiesto l’annullamento dell’Autorizzazione Regionale in particolare per mancanza di valutazione cumulativa d’impatto ambientale, e carenza dei presupposti basilari per impianti eolici (studi anemologici).

Ciò nonostante l’Amministrazione Regionale si sarebbe “inventata” dapprima una rideterminazione dei termini di validità del giudizio di Compatibilità Ambientale e di recente un’ennesima proroga del termine di validità della medesima.

Crediamo che i cittadini abbiano ragione. Potremmo infatti osservare che la rideterminazione di un permesso, presuppone la sopravvenuta inefficacia dell’originario titolo autorizzatorio e costituisce, a tutti gli effetti, una nuova autorizzazione che, in questo caso, è priva di una valutazione ambientale verificata dalle Autorità competenti. La successiva proroga, essendo un atto sfornito di propria autonomia, permette uno spostamento in avanti del termine finale di conclusione dei lavori, anche in caso di illegittimità dei lavori medesimi. Ma questo problema alla Regione Basilicata non ha avuto spazio.

L’impianto in questione, inoltre, è parte di una stessa operazione industriale che riguarda anche i parchi di Serra Energie srl a San Chirico Nuovo e Forleto Nuovo 2 srl a Tolve, con tutte le opere annesse e connesse. Sarebbe stato necessario, secondo principi di diligenza amministrativa, imporre una valutazione cumulativa dell’impatto ambientale.

Ormai sappiamo ciò che accade intorno a questi impianti: aree archeologiche devastata e occultate, paesaggi violentati, aree agricole di pregio distrutte, cittadini vittime di abusi e sottoposti a problemi di salute. Ma perché tutto questo? Perché sembra che vincano sempre loro, gli speculatori? Da un lato una legislazione regionale favorevole alla speculazione, dall’altro, come abbiamo visto, gli affari enormi che poggiano sull’energia del vento. Affari, operazioni industriali e finanziarie che in Basilicata vedono protagonisti personaggi di piccolo taglio aggrappati a grandi gruppi di interesse.

Vi abbiamo raccontato una parte degli scenari finanziari, imprenditoriali, societari che sono invisibili e spesso incomprensibili ai cittadini normali. Scenari legittimi, legali, ma che possono spiegarci le ragioni per cui spesso, almeno in Basilicata, l’eolico diventa selvaggio. Soldi tanti, energia poca.

Approfondiremo le altre scene, quelle più oscure. Ci vediamo alla prossima puntata.