Elezioni regionali. La guerra dei musicanti senza spartito

La cera si consuma e la processione non cammina

Tutti a sventolare la bandiera del fallimento del Pd. Tutti che sono l’alternativa al Centro Sinistra e alla vecchia politica. Tutti che narrano le loro comete. “Basta col clientelismo, basta con l’inquinamento, basta con lo spopolamento, e via dicendo.” Bene, molto bene. E quindi?

Ragazzi, c’è un problema. Grande quanto un oceano. Mancano gli argomenti, quelli veri. I cittadini vogliono sapere che cosa accadrebbe dopo la eventuale, e sottolineo eventuale,  sconfitta elettorale di Pittella e compagni. Vale a dire quali sono i vostri programmi, credibili, e i vostri uomini e donne affidabili. Oltre a urlare il fallimento del Pd, avete qualcosa da aggiungere? Che cosa intendete fare per arginare lo spopolamento, per arginare l’emigrazione giovanile, per ricostruire condizioni ambientali sostenibili in questa Regione.

Che cosa intendete fare per creare reali opportunità di lavoro per i giovani, per le persone beneficiare di redditi minimi e di inclusione, per i disoccupati. Quale idea di welfare avete e quali misure ritenete necessarie per contrastare la povertà? Qual è la vostra idea di sviluppo e come intendete aprire sentieri di riscatto economico e sociale della Basilicata? Ditelo, ma con dati alla mano, risorse ben evidenziate, percorsi chiari, misurabili. Ce le avete le idee e insieme gli strumenti cognitivi, politici e tecnici per realizzarle? Bene, se ce le avete, cominciate a parlare. Abbandonate lo sventolio di slogan emotivi e abbracciate la serietà e l’onestà intellettuale.

Basta volgere lo sguardo in direzione del Centro Destra, o di altri gruppi e liste sparsi da destra a sinistra, per rendersi conto che corriamo un grosso rischio. Il rischio che cambino i suonatori ma non la musica. E la battaglia politica, per come si sta sviluppando in queste settimane, somiglia molto ad una guerra tra musicanti. Anche se si affacciano tanti direttori d’orchestra senza orchestra.

La Basilicata non ha bisogno di nuovi interpreti della stessa musica, ma di un’altra musica con altri interpreti. La speranza è che salgano sulla cassarmonica musicisti, non musicanti, che suonino nuova musica diretti da un vero direttore o direttrice d’orchestra. Niente arrangiamenti della vecchia e solita tarantella lucana.

Al momento vedo solo cassarmoniche vuote, anzi, in alcuni casi, non vedo neanche la cassarmonica.

In lontananza, da qualche parte, si sente soltanto una frase: “Prova a, sa sa prova, uno due tre prova.” Intanto, la cera si consuma e la processione non cammina.