La Sinistra e i media portano acqua al mulino della Lega foto

È mai possibile che cotanta intellighenzia di sinistra non si renda conto che mentre Salvini ha una sponda e un’alternativa forte nella destra il M5S non ha nessuna alternative e nessuna sponda a sinistra?

Su La Stampa del 29 u.s., ripreso da quasi tutti i principali quotidiani del Paese, è stato pubblicato un articolo che titolava: Via le pensioni agli ebrei vittime delle leggi razziali e ai perseguitati dal fascismo per motivi politici.  A seguire una foto di una rivista del 20 ottobre del XVI anno dell’era fascista che propagandava le leggi razziali.

Analoghi titoli e foto su quasi tutti gli altri giornali del gruppo Repubblica – L’Espresso e no.

Roba forte, da fare un salto sulla sedia e far vibrare di sdegno e indignazione.

Ripreso fiato e leggendo l’articolo, e non solo il titolo come fanno quasi tutti e su cui fanno affidamento tutti i pennivendoli, si capisce che si è trattato solo di un fatto contabile che adegua il capitolo di spesa relativo alle pensioni di cui sopra alle effettive necessità, riducendolo in funzione della naturale mortalità delle platee interessate. Insomma: una non notizia che ha reso però necessario persino l’intervento tranquillizzante del Colle.

A me pare che si sia perso, nella informazione italiana, il senno e la misura.

Se pur di attaccare il governo gialloverde non si esita a gettare nel tritacarne della polemica politica l’eccidio progettato e programmato degli ebrei da parte dei nazifascisti, che invece dovrebbe essere monito cristallino e indiscutibile da preservare con accuratezza maniacale, allora c’è qualcosa di terribilmente marcio nel sistema della informazione italiana.

Questo è un vero guaio per il Paese perché a furia di argomentare per amor di tesi, invece che di analizzare e informare sui fatti, l’informazione che ruota intorno al Gruppo editoriale Repubblica – L’Espresso non riesce a capire la contemporaneità e il motivo del successo elettorale del M5S e della Lega.

Successo che i principali opinionisti di sinistra attribuiscono alla retorica dei due leader (Di Maio e Salvini) e alla presupposta propensione per la destra, se non per il fascismo, degli italiani invece che a cause vere e documentabili.

Le politiche europee, imposte a seguito della crisi dei sub – prime del 2008, che introducono vincoli di bilancio, Fiscal Compact, hanno determinato un aumento fuori controllo delle disuguaglianze sociali, il raddoppio dei poveri, l’aumento delle divergenze delle economie del Nord e del Sud, e delle divergenze tra le economie degli stati europei.

Infatti, come certifica Eurostat, a fronte di un incremento del 25% del PIL Pro-capite della Germania, e dei suoi paesi satelliti del Nord Europa, e al raggiungimento della cifra record del PIL pro – capite del Lussemburgo di quasi 93.000 euro in Grecia il PIL Pro – capite è diminuito del 25%.

Tutto il gruppo dei grandi paesi dell’area mediterranea (Spagna, Francia e Italia) nonostante i tagli continui alla spesa pubblica e all’aumento di povertà vedono aumentare il debito in rapporto al PIL in misura vertiginosa.

Gli italiani sono brava gente e per i propri figli sono disposti a qualsiasi sacrificio ma non sono stupidi. Quando si sono resi conto che a fronte della precarizzazione della società e dei sacrifici le prospettive delle future generazioni sono diminuite si sono arrabbiati. Si sono infuriati ancora di più quando hanno visto l’indifferenza generale dei media, specialmente quelli di sinistra, nei confronti degli esodati, lasciati a casa senza stipendio né pensione, o il massacro sociale, al limite della disumanità, fatto in Grecia.

Così il Paese più europeista del mondo si è trasformato in quello più euroscettico.

D’altro contro questo disastro, come conseguenza delle scelte europee sui vincoli di bilancio, era stato ampiamente e dettagliatamente preannunciato non da Salvini o da Di Maio ma da 7 premi Nobel, ascoltati da Obama ma non dalle burocrazie europee.

Il Gruppo Repubblica – L’Espresso, e i suoi evangelisti, non ha informato la pubblica opinione italiana della presa di posizione dei Nobel, se non in piccoli articoletti giusto per poter negare di aver oscurato queste posizioni nel dibattito, troppo preso a magnificare l’opera dei Monti, delle Fornero e di tutti i rigoristi.

L’America è uscita rapidamente dalla crisi e noi stiamo distruggendo l’euro e il sogno europeo.

Quasi come se fosse spinta da un immotivato complesso di colpa, a seguito della caduta del muro di Berlino, la sinistra europea ha sposato in pieno le tesi economiche liberiste e liberali, che sono storicamente attribuite alla destra, tradendo la propria ragione sociale e non accorgendosi delle nuove e profonde fratture che si generavano nella società.

Tale mutazione genetica ha raggiunto livelli parossistici in Italia con Renzi che ha tradito tutto il mondo e le istanze tradizionali della sinistra come l’ambientalismo (referendum trivelle), l’associazionismo civico, (i quattro comitatini, ciaone), le rappresentanze intermedie e i diritti dei lavoratori (job act e umiliazione dei sindacati), l’abbandono del senso di responsabilità sociale di impresa (Marchionne e banche fallite).

Di fatto il PD si è trasformato nella più ottusa formazione della destra liberale in Europa e il Gruppo editoriale Repubblica – L’Espresso ha persino dimenticato la lezione della Storia che ci insegna che ogni politica economica deve assicurarsi della sua sostenibilità sociale altrimenti c’è l’assalto al Palazzo d’Inverno o la ghigliottina.

Altro a sinistra non c’è se non una sinistra radicale e ideologica, snobisticamente elitaria e costituzionalmente minoritaria, che non si sporca le mani neanche a pregarla in ginocchio per non perdere la propria verginità e la possibilità di alzare continuamente il ditino e dare pagelle a destra e a manca.

Che il PD non sia emendabile lo dimostra in modo plastico la reazione della prima linea dei leader del partito al duro atto di accusa di Massimo Cacciari all’ultimo congresso PD, che sembra rimasto l’unico intellettuale in Italia in grado di produrre pensiero.

In prima fila Gentiloni ridacchiava contento, come se stesse assistendo a una performance di Crozza, Fassino scuoteva il capo per sottolineare la non condivisione dei passaggi di Cacciari sull’Europa, Delrio ascoltava estasiato e la Madia rideva come se Cacciare raccontasse barzellette invece che una sconfortata reprimenda proprio nei confronti dei renziani e del suo gruppo dirigente.

Il PD non è inoltre emendabile perché tra i loro vertici, e accuratamente nascosti al pubblico nazionale, ci sono dei cacicchi impresentabili, come i Pittella, i Margiotta, i De Luca, a cui hanno affidato le sorti del Mezzogiorno d’Italia.

Di tutto questo i giornalisti del Gruppo Repubblica – L’Espresso, e i loro discepoli sparsi su La7, paiono non rendersi conto attaccando e aggredendo in modo persino maleducato i volenterosi cittadini del M5S che siedono nelle istituzioni e che hanno raccolto la gran parte delle istanze sociali proprie della sinistra.

La conseguenza è che il M5S, insieme alla naturale difficoltà che incontrano tutti i partiti rivoluzionari e riformisti quando entrano nelle stanze del potere, è attaccato dalle destre storiche, Berlusconi e Fratelli d’Italia, e dai loro mezzi di informazione, il Giornale, Libero, Mediaset ecc., e dalla nuova destra liberale e liberista, PD, e dai suoi mezzi di informazione, La Repubblica, La Stampa e poi dalle varie trasmissioni di approfondimento politico su La7.

È mai possibile che cotanta intellighenzia di sinistra non si renda conto che mentre Salvini ha una sponda e una alternativa forte nella destra il M5S non ha nessuna alternative e nessuna sponda a sinistra? Non si rendono conto questi intelligentoni che il loro fuoco coordinato con la destra ex missina e berlusconiana finisce sempre più per gettare nelle braccia di Salvini il M5S non fornendo a quest’ultimo nessuna via di fuga e spostando sempre più i consensi nell’area della Lega?

Possibile che non si rendano conto che dopo questo governo non c’è il ritorno al loro beniamino Renzi e al PD o a Monti o a qualche tecnico rigorista ma un percorso sempre più incerto e aperto a moti di piazza e derive autoritarie.

Le nuove drammatiche povertà non sono una invenzione e le incertezze che vivono giovani e anziani non sono la causa di tutti i mali ma la conseguenza di una politica sciagurata.

Possibile che nessuno a sinistra raccolga e faccia propria l’analisi di Massimo Cacciari?

Non credo però che tutta questa artiglieria pesante messa in campo produca gli effetti desiderati, specialmente qui in Lucania e al sud.

Infatti non ci sono alternative credibili al M5S.

Queste non ci possono essere in un partito e in uno schieramento, PD, che, dopo aver distrutto ambiente ed economia in Lucania, ha legato le sorti dell’intera regione a quelle giudiziarie di Marcello Pittella costringendo i Lucani a fare compagna elettorale durante le ferie natalizie e a votare in pieno inverno.

Non ci possono essere nella Lega perché, a prescindere dai suoi alleati complici storici del PD e dei tanti transfughi che sta raccattando, ha i propri interessi radicati nel Nord Italia e nella sua azione di governo questi saranno sempre prevalenti rispetto a quelli del Sud.

Non può esserci nel protagonismo di alcune ‘prime donne’, per non essere equivocato mi riferisco a tutti i generi, che non mi sembra abbiano espresso una credibile piattaforma programmatica attorno a cui raccogliere il consenso e che non possono sortire altro effetto se non quello di soddisfare il proprio narcisistico protagonismo e dispendere il consenso.

Peccato perché alcune di queste figure potrebbero dare preziosi contributi se facessero un bagno di umiltà e assumessero atteggiamenti leali nei confronti della propria terra invece che nei confronti del proprio ego smisurato.

Ai lucani non resta altra via alle prossime elezioni che rispondere doverosamente all’appello del M5S di fornire contenuti programmatici e operativi utili al territorio, prima e dopo le elezioni, per determinare una svolta nella economia e nelle infrastrutture fisiche, culturali e amministrative della nostra terra.