2019: Europa al bivio tra dissoluzione e rilancio?

In questo breve saggio Pietro De Sarlo ci offre un'interessante riflessione sull'attualità e il futuro dell'Europa legati al destino del Mezzogiorno d'Italia

La questione Italiana e del Sud

Purtroppo anche all’interno dell’Italia le differenze economiche tra Nord e Sud sono vistose e se a Berlino la stampa non esita a dare la colpa agli italiani mangia-spaghetti, sfaticati e mafiosi per le condizioni della nostra economia all’interno del Bel Paese le valutazioni del Nord Italia sul Sud non paiono diverse.

Persino l’intellighenzia di sinistra che indossa la maglietta rossa e tuona contro il razzismo, vero o presunto, di Salvini quando parla dei problemi del Sud non sa dare altra spiegazione di quella antropologica.

Esempi lampanti: Sala, sindaco di Milano, che stizzito all’ipotesi di chiusura domenicale dei negozi dice: “Le facessero ad Avellino, qui a Milano non ci rompano le palle” e Massimo Giannini che per criticare il presidente del consiglio Giuseppe Conte non trova niente di meglio da dire che Conte “è un avvocato pugliese” sistemando in un colpo solo oltre a Conte gli avvocati e la Puglia. Nelle discussioni quotidiane la insofferenza antimeridionalista, se non razzista, emerge nelle persone più insospettabili. A me, avendo passato una vita tra Milano Roma e il mio Sud è capitato più di frequente di quanto si possa immaginare.

Il dato di fatto è quello espresso in figura 9. L’Italia dalla crisi del 2008 arretra vistosamente rispetto alla Germania, ma arretra il Nord, Est e Ovest, avviandosi verso un inesorabile declino e il Sud arretra ancora di più mentre le Isole sprofondano. Anche all’interno dell’Italia la politica europea, adottata acriticamente dai governi degli ultimi venti anni, ha aumentato le divergenze economiche e sociali. Basta dare una occhiata al grafico per capire che nel caso in cui l’Europa crollasse le tensioni interne all’Italia riemergerebbero in tutta la loro drammaticità. Il Nord penserà di aver fallito l’aggancio alla locomotiva tedesca per colpa del Sud, non rendendosi conto che, per la logica della linea metropolitana, senza il Sud rimarrebbe ancora di più periferia marginale di una Europa da cui continuerà ad allontanarsi sempre di più. D’altro conto non è possibile continuare a rimanere in Europa con un gap occupazionale di quasi 20 punti in media rispetto alla Germania. I costi dei servizi pubblici e del welfare necessario ad una vita dignitosa e a diminuire le differenze e il disagio sociale sono proporzionali alla popolazione e alla superficie di un paese, non al PIL prodotto e se c’è un gap del venti per cento di occupati necessariamente i servizi pubblici e il welfare sono destinati a diminuire di livello e di protezione sociale.