Gli allevatori di spazzatura. Qualcuno continua a fare il furbo?

Nella gestione dei rifiuti in Basilicata appare anomalo il ricorso alle discariche

Nel 2017 la Basilicata ha registrato un calo della produzione di rifiuti rispetto al 2016 e al 2015. Contestualmente la raccolta differenziata ha segnato un incremento del 6%. Siamo di fronte, quindi, a due aspetti fondamentali che caratterizzano la situazione regionale nel 2017: la riduzione della produzione dei rifiuti urbani e l’incremento della raccolta differenziata. Aggiungiamo che, sempre nel 2017, il ricorso all’incenerimento ha riguardato solo il 5% dei rifiuti. (Dati Ispra)

Un dato a questo punto appare anomalo e pone un interrogativo a cui qualcuno dovrebbe fornire una risposta plausibile: lo smaltimento in discarica è aumentato di 6 punti rispetto al 2016 e di 11 punti rispetto al 2015.

Se la raccolta differenziata aumenta, seppure con un rallentamento nel 2017, e la produzione dei rifiuti diminuisce, perché registriamo un incremento del ricorso alle discariche?

Sappiamo che la frazione organica dei rifiuti in differenziata non può essere trattata in Basilicata per causa della mancanza di impianti idonei. Sappiamo dunque che i gestori della raccolta e smaltimento dovrebbero portare l’organico in impianti di trattamento di altre regioni. Se così è, riformuliamo la domanda: perché aumenta il ricorso alle discariche sul territorio regionale?

Non vorremmo che la frazione organica anziché prendere la strada di altre regioni, finisca nelle discariche. Non vorremmo che le aziende titolari dei contratti di servizio, per risparmiare, si accordassero con i gestori delle discariche per smaltire “illegalmente” la frazione organica. E non lo vorremmo anche perché spesso i titolari dei contratti per la raccolta e lo smaltimento sono gli stessi gestori di discariche.

Questa è un’ipotesi giornalistica, un tentativo “disperato” di risposta all’enigma. Rimane il fatto che qualcuno deve una spiegazione plausibile ai cittadini. E qualcuno dovrebbe anche spiegare come funzionano i controlli sulla differenziata e sullo smaltimento dei rifiuti. Chi raccoglie i dati e in che modo?

Non vorremmo trovarci nella situazione in cui i costi esagerati a carico della collettività si trasformino in profitti facili a vantaggio dei soliti “allevatori” di spazzatura.

Sulla gestione dei rifiuti e sugli affari che si sviluppano intorno alla raccolta e allo smaltimento è calata da tempo l’attenzione dei media e dei cittadini. Il silenzio e la disattenzione possono favorire le organizzazioni che agiscono nell’illegalità o anche sul filo della legalità.

La regione è ancora coinvolta da gravi situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e questo perché non c’è stata una svolta definitiva verso un’organizzazione complessiva della raccolta differenziata, men che meno nell’organizzazione di una vera e propria filiera del riciclo. Siamo lontani dal superamento della soglia del 65% di differenziata che era un obiettivo del 2012. E lontanissimi da risultati più avanzati e degni di una regione civile. Intanto le discariche continuano ad essere la gallina dai rifiuti d’oro.