Paese che vai Carnevale che trovi

Tra gli eventi più suggestivi, in Basilicata in occasione del Carnevale, è possibile assistere alla rievocazione di vecchi riti arborei e propiziatori e pratiche magiche

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Paese che vai Carnevale che trovi. Suggestione, riti arcaici, pratiche magiche, religiose, e moderni carri allegorici. C’è tutto questo nel Carnevale della Basilicata che dal giorno di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, e fino al Martedì Grasso, che quest’anno cade il 5 marzo, offre una serie di eventi unici nel loro genere e quasi sempre legati alle radici contadine di questa terra.

Tra gli eventi più suggestivi, in Basilicata in occasione del Carnevale, è possibile assistere alla rievocazione di vecchi riti arborei e propiziatori e pratiche magiche.

E quindi come non rimanere affascinati dalla sfilata degli uomini albero di Satriano di Lucania, i silenziosi Rumuti (gli eremiti) vestiti di soli rami, portatori di buona sorte per gli abitanti delle case a cui busseranno. Accanto a loro gli Orsi, vestiti di pelle di capra e pecora che annunciano la loro presenza con il suono dei campanacci. Immancabile la Quaresima, quasi sempre una donna vestita di nero. A far da cornice i bambini, festosi testimoni, con i loro travestimenti moderni per bambini, del profondo legame tra passato e presente.

“Venivano a grandi salti, e urlavano come animali inferociti, esaltandosi delle loro stesse grida. Erano le maschere contadine”. Delle maschere cornute di Aliano parla anche Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli”. Rievocano sgraziate creature demoniache che si aggirano per il paese con aria minacciosa mitigata dai colori sgargianti utilizzati per le maschere. Sfilano per il paese tra canti e balli, improvvisando le Fras, commedie semplici declamate in dialetto.

C’è poi la rievocazione dell’antico rito della transumanza delle mandrie nel Carnevale di Tricarico i cui protagonisti sono la mucca, e il toro. La prima maschera è costituita da un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e riccamente decorato con lunghi nastri multicolori che scendono fino alle caviglie; la calzamaglia indossata (o, in alternativa, maglia e mutandoni di lana) è anch’essa decorata con nastri o foulard dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, alle braccia e alle gambe. La seconda completamente nera con lampi di fuoco rappresentati da alcuni nastri rossi. Entrambe portano al collo un campanaccio. Alla guida del corteo il Vaccaro, a cui poi si aggiungono Conti e Contesse.

Antichissimi i riti carnevaleschi di Montescaglioso che rimandano, ancora una volta , alla civiltà agricola e pastorale della Lucania antica. Carnevalone, Quaremma e Carnevalicchio ogni anno attraggono numerosi visitatori nella cittadina in provincia di Matera che con la celebrazione del Carnevale scaccia via la “mala annata”.

Rivivono gli antichi riti contadini nei borghi lucani e sfilano le vecchie maschere accanto a quelle più moderne dei bambini che preferiscono invece trasformarsi nei loro personaggi preferiti. Cittadini grandi e piccini sfilano con abiti che un tempo venivano ricavati da sacchi di juta, tele grezze, vestiti in disuso o anche solo da una “giacchetta” indossata al contrario e che invece oggi vengono cuciti con tessuti più moderni o, come nel caso dei bambini, acquistati già confezionati.

Insomma, un Carnevale per tutti i gusti, quello lucano, che accontenta grandi e piccini e che non trascura la degustazione di piatti tipici della tradizione lucana unendo nuovi eroi a personaggi antichi e miti dal sapore magico. A ognuno la sua maschera perché a Carnevale ogni travestimento vale.

 

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