“Costretto a dimettermi perchè volevo fare il mio lavoro, ho denunciato il direttore dell’Asm”

Un medico continua la sua battaglia di dignità

Alla fine sono stato costretto a dimettermi per non stare a guardare il soffitto”. A parlare, ancora una volta, è il dottor Pietro Mondì, direttore dell’Ambulatorio di Pscicogeriatria dell’Asm presso il Centro di Salute mentale di Policoro.

Ci eravamo già occupati della sua vicenda, quando aveva denunciato, la sua “inerzia lavorativa forzata”. Anche in quell’occasione il medico aveva chiesto, prima a mezzo denunce e segnalazioni ai suoi superiori, poi agli organi competenti “un equanime carico di lavoro” sostenendo di essere in servizio in un ambulatorio dove, quando va bene, si effettuano una o due visite alla settimana.

A questo aveva aggiunto quelle che, secondo lui, potrebbero essere le motivazioni di un così scarso numero di pazienti nell’ambulatorio da lui diretto: il sospetto che qualcuno potesse dirottare i pazienti verso altre strutture e specialisti, il più delle volte a pagamento. Segnalava, il dottor Mondì, agli organi della magistratura, anche un conseguente danno erariale, essendo “pagato per non far nulla”.

E così, stanco delle mancate risposte, l’uomo due giorni fa ha inviato la sua lettera di dimissioni all’Azienda sanitaria dopo aver depositato, ancora una volta denuncia, questa volta nei confronti del direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Matera, Joseph Polimeni, che avrebbe omesso di agire nonostante le innumerevoli segnalazioni, e del direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asm, Antonio Domenico Guarino, il quale non gli avrebbe consentito di avere un carico di lavoro tale da non doversi sentire come uno che ruba lo stipendio con la grave conseguenza del depotenziamento professionalmente. 

Va ben oltre il caso personale quanto denunciato dall’uomo che infatti, agli organi giudiziari segnala ulteriori “anomalie” all’interno dell’ambulatorio. Fatti e circostanze che forse meriterebbero attenzione, non fosse altro per mettere fine anche alla sofferenza di medico che in fondo chiede soltanto di non sentirsi un ladro quando riceve lo stipendio. 

Quella di Mondì sembra essere una battaglia contro i mulini a vento, e forse ai più scaltri potrebbe apparire la battaglia di un pazzo che invece di godersi il dolce far nulla si preoccupa di avere un carico di lavoro che gli faccia meritare lo stipendio a fine mese.  

Vale la pena ricordare che nel febbraio 2018, il medico, denunciò l’allora governatore lucano in relazione alle nomine dei commissari straordinari delle Asl lucane e delle Aziende ospedaliere regionali. Denuncia che, insieme a quella della Cgil è poi confluita in un fasciolo di indagine. 

Se qualcuno avrà la voglia e il tempo di approfondire quanto segnalato dallo psichiatra non possiamo saperlo. Al momento pare che le denunce del dottor Mondì siano ‘soffocate’ dal venticello delle “folli esternazioni”.  Tuttavia considerata la delicatezza del lavoro che l’uomo svolge, si dovrebbe avere la voglia di accertare se quanto da lui raccontato sia frutto di allucinazioni o effetto di un ‘ingranaggio’ che ha già fatto troppe vittime tra coloro che hanno ‘osato’ non chiudere gli occhi in una sanità, quella lucana, che ha mostrato nel tempo diversi mali.