Le estraggono un pezzo di tubo dallo stomaco, risalente a 20 anni fa. Donna operata a Potenza foto

L'azienda ospedaliera San Carlo si è trovata di fronte a un "caso clinico eccezionale"

Arriva al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” di Potenza con un pezzo di cute distaccato intorno all’ombelico. Sembra essere una parte di una PEG (Gastrostomia Endoscopica Percutanea – applicazione endoscopica di una sonda, che collega lo stomaco all’esterno, attraverso la quale si somministra il cibo) posizionata circa 20 anni prima per un pregresso problema neurologico. A raccontare la vicenda è la stessa azienda ospedaliera di Potenza che, in una nota, ripercorre tutte le fasi dell’intervento di rimozione del corpo estraneo dallo stomaco di una donna.

“A evidenziare la presenza del corpo estraneo nello stomaco di una donna di 62 anni è una gastroscopia d’urgenza che rileva un pezzo di tubo largo circa 2,5 centimetri e lungo circa 6 centimetri, appartenente alla PEG posizionata in un intervento subito dalla donna un ventennio prima. Inutili i tentativi di rimozione, la manovra, infatti, non è praticabile perché dopo il precedente ricovero la paziente aveva avuto una tracheostomia con restringimento della parte alta della faringe.

La donna viene portata in sala operatoria e assistita da due anestesisti, senza essere intubata. Il dottor Angelo Sigillito, direttore della Struttura complessa interaziendale di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva effettua una nuova gastroscopia che conferma la presenza del corpo estraneo e l’impossibilità di estrarlo dalla bocca.

Vista la complessità del caso, si decide allora di effettuare una doppia procedura endoscopico-chirurgia. Con grande difficoltà il dr. Sigillito riesce a  intravedere nello stomaco il punto di passaggio della vecchia procedura e dall’interno passa un catetere da estrazione verso l’esterno, con il quale riesce ad afferrare il corpo estraneo, mentre il chirurgo, Giuseppe Tramutola effettua una incisione cutanea di solo 1,5 cm, grazie alla quale sotto visione endoscopica riesce ad estrarre il tubo. Dall’interno, il dr. Sigillito con 6 clips metalliche chiude la ferita interna, mentre il chirurgo Tramutola sutura la cute con due punti. La paziente dopo 48 ore si è alimentata senza alcune complicanze legate alla procedura”.

Congratulazioni ai dottori Sigillito e Tramutola sono state espresse dal Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Regionale ‘San Carlo’ di  Potenza, Massimo Barresi, per “l’esito di una procedura particolarmente complessa e riuscita grazie a una perfetta sinergia”.