Vito Bardi non la racconta giusta

Il presidente della Basilicata continua a seminare il vuoto e il banale sul suolo lucano

Il presidente Bardi l’altro ieri “per la prima volta” ha rivolto un messaggio alla Comunità lucana. Per raccontare “cosa abbiamo fatto in questi primi mesi di guida del Centro destra alla Giunta regionale” grazie a una squadra di assessori – come egli dice – che è un mix di competenze, professionalità e consenso elettorale. E che cosa ha fatto questa fenomenale squadra? Aprite bene le orecchie: “Abbiamo iniziato a tracciare le linee di un programma di governo”. Non siamo ancora riusciti a capire se Bardi ci fa o ci è.
In campagna elettorale non ha presentato uno straccio di programma. E va bene, ormai è andata. In Consiglio regionale ha presentato una relazione programmatica assolutamente vuota di contenuti. E va bene, ormai è andata anche quella. Del Piano strategico regionale neanche l’ombra.

Però, bisogna dargli atto, in questi mesi “abbiamo cominciato a tracciare le linee”. Le linee di un programma di governo – occhio alla minaccia- che durerà cinque anni. Tutto qui? No, hanno fatto di più. Il presidente ci fa sapere che “Abbiamo iniziato a tracciare le linee di una nuova lotta alla disoccupazione”. A parte il solito elenco delle azioni ordinarie in proroga e a chiusura di fascicoli già aperti dalla vecchia Giunta, il campo dei contenuti veri è stato sostanzialmente liquidato con “Abbiamo iniziato a tracciare le linee”. E’ evidente che questi signori o non sanno che cosa fare o lo sanno ma non hanno la minima idea di come farlo. In fondo non ci aspettavamo altro da un presidente che, oltre a non conoscere la Basilicata, non sa nemmeno che farne di questa regione. O magari lo sa e, per il momento, è meglio tacere.

Un’idea di sviluppo? Neanche l’ombra. Una visione? Solo una somma di punti di vista sfocati. Una strategia che guardi al superamento delle gravi criticità sociali, economiche, ambientali? No. Tatticismi all’ombra della giornata, tanto per campare.

Intorno a Bardi vediamo ormai chiaramente un alone di dilettantismo , di superficialità e magari di bassa furbizia. Oltre il recinto del governo, all’ingresso della staccionata, una pletora di aspiranti consulenti, collaboratori, esperti da baraccone. Eppure, Vito Bardi, maestro delle parole vuote, appassionato dei verbi al futuro – faremo, diremo, proveremo – ci offre una certezza: “Siate sicuri amici miei che mi ascoltate che qui in Regione avete eletto un difensore dei vostri interessi.” Lo dice sul serio o scherza? Intanto siamo in attesa di sapere di quali “vostri interessi” si tratta.