Matteo Salvini offende la Basilicata e la dignità dei lucani

Se c’era ancora bisogno di conferme circa la follia leghista, eccoci serviti

“In Basilicata non un posto di lavoro in meno. Ovunque c’è ricchezza petrolio energia si festeggia perché sono soldi ed è lavoro. Penso che la tutela dell’ambiente sia compatibile con la salvaguardia dei posti di lavoro”. Sono le dichiarazioni che Matteo Salvini ha rilasciato questa mattina alla stampa durante il suo beach show a Policoro.

Se c’era ancora bisogno di conferme circa la follia industrialista da diciannovesimo secolo della Lega, eccoci serviti. Se c’era ancora bisogno di conferme sul fatto che il presidente Vito Bardi e i suoi scudieri quando parlano di “oro nero” fanno sul serio, eccoci serviti.

Il signor ministro delle chiacchiere parla di festeggiamenti in una regione devastata da quella “ricchezza”. Non sa, Salvini, che qui i posti di lavoro sono diminuiti grazie anche a quella ricchezza. Non sa che migliaia di giovani ogni anno fuggono dai luoghi di nascita grazie anche alla “cornucopia” petrolifera. Non sa che la storia di due decenni ha dimostrato che qui, in Basilicata, non esiste alcuna compatibilità tra estrazioni petrolifere, ambiente e posti di lavoro. O forse lo sa, ma a lui francamente non gliene frega un bel niente.

Che cosa dobbiamo festeggiare? Il calo dell’occupazione nel territorio della val d’Agri, lo spopolamento dei luoghi, la chiusura di migliaia di aziende agricole con oltre 20mila ettari di terreni abbandonati, il disastro ambientale provocato in quei territori, compresi i danni alla salute delle persone?

Che cosa dobbiamo festeggiare? Le maledette royalties che ci costano ogni anno quasi 10 volte tanto per consumo di valore complessivo: acqua, suolo, aria, salute, ambiente, spopolamento, calo di reputazione, disoccupazione, criminalità?

Salvini parla di festeggiamenti perché lui e i poteri a cui risponde possono tranquillamente darsi alla pazza gioia in questo lembo di terra meridionale dove il feudalesimo è vivo e vegeto. Grazie alla plebe che ha sempre bisogno di monarchie.

Quelle affermazioni del leader leghista sono un’offesa grave alla dignità di questa terra e di chi ancora la abita con orgoglio e sacrifici. Quel signore di Milano merita una risposta popolare da tutto il Sud: una sonora pernacchia alle prossime elezioni.