Centro Olio di Viggiano: “Impianto vecchio e sfruttato”

Per il segretario della Cisl Basilicata, Gambardella, serve un piano di monitoraggio e ammodernamento

“In considerazione del ripetersi di fiammate al Cova di Viggiano diventa improcrastinabile avviare un serrato confronto con Eni e contestualmente potenziare immediatamente una fattiva presenza di Arpab sul territorio per un monitoraggio tempestivo, continuo e puntuale del sito a tutela della salute dei lavoratori e delle comunità interessate”. È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, secondo cui “non si può più tergiversare sulla necessità di una verifica dell’impianto, non più all’avanguardia, bensì vetusto e ampiamente sfruttato. Le logiche di ottimizzazione dei costi spingono a sfruttare sempre di più l’infrastrutture del Cova che sempre più spesso mostra segni di cedimento mettendo a repentaglio la sicurezza degli addetti e del territorio. Questi eventi – prosegue Gambardella – alimentano l’avversione dell’opinione pubblica verso questo tipo di produzioni che, per tali ragioni, sono considerate sempre più invasive e pericolose e fonte di allarme sociale e proteste”.

Per il segretario della Cisl lucana “la soluzione allo stillicidio di fiammate è una sola: Eni deve impegnarsi a presentare un nuovo piano di ammodernamento dell’impianto che per elevarne i livelli di sicurezza sostanziale e percepita, anche con l’obiettivo, non secondario, di ridare fiducia alla popolazione che vive nei dintorni dell’impianto. Non si può più vivere – aggiunge Gambardella – con il perenne pericolo di un incidente dovuto alla vetustà e allo sfruttamento intenso dei macchinari. Per questo occorre intensificare l’azione di controllo e monitoraggio ambientale da parte della Regione, segnatamente per verificare in piena autonomia e indipendenza lo stato di usura degli impianti del centro olio. Infine, va messo in campo un piano di investimenti per gli adeguamenti e la messa in sicurezza del centro”.

“La gente di Basilicata ha bisogno di risposte certe e verificabili”, ammonisce Gambardella, secondo cui “non si può solo chiedere fiducia in bianco alle comunità: la fiducia e la buona reputazione vanno conquistate con gli atti concreti nella consapevolezza, ormai matura nella nostra regione, che questo genere di produzioni presuppone un elevato livello di fiducia da parte delle comunità che le ospitano; per cui esiste un obbligo morale ma anche una convenienza aziendale – conclude il segretario della Cisl – ad adottare ogni accorgimento tecnico possibile per garantire ciò”.