Arpab: Basta! Non siamo a “scherzi a parte”

Abiusi (Ambiente e Legalità): "Sono dieci anni che aspettiamo di voltare pagina"

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Sono 10 anni che aspettiamo di poter girare pagina e contare su di un’Arpab affidabile, da quando venimmo a conoscenza che Fenice inquinava le falde, ormai dal 2002; fu la volta, poi, delle deposizioni fuori norma di diossina emesse dai camini o meglio ancora dalle porte lasciate aperte di Siderpotenza. Senza voler rispolverare l’epoca Fenice, giova soffermarsi velocemente sui fatti che riguardarono nel 2014 la Siderpotenza. Arpab che era in fase di organizzazione, la più credibile tra quelle tentate, stava gestendo un piano di monitoraggio casareccio ed eravamo anche al primo tentativo di A.I.A. “dinamica” concessa dalla Regione.

Cosa significa AIA dinamica? Venne stabilita una road mapp con date ed obbiettivi connessi con investimenti da effettuare nel corso del tempo e che alla fine avrebbero reso l’impianto più performante. Era quella un tipo di autorizzazione ambientale che avrebbe dovuto dare risultati positivi e che in concreto oggi si sta applicando a Taranto con ArcelorMittal Italia. Il film che si stava proiettando a Siderpotenza era rallentato e dovette pensarci la Procura della Repubblica di Potenza con il Noe ad accelerare i tempi così come previsto, mettendo sotto sequestro l’impianto ma lasciando la facoltà di utilizzo; Arpab osservava le stelle!

Dieci anni, dall’epoca Sigillito, non sono bastati per ottenere l’accredito dei Laboratori eppure i dovuti investimenti sugli impianti sono stati fatti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso pieno di petrolio fu la perdita dai serbatoi del Cova, Arpab era a conoscenza dell’esistenza di 4 Piezometri, la serie PZ, di altri 70 che pure esistevano non ne conosceva l’ubicazione tanto è che li rilevammo da altre fonti e fu solo grazie ad Eni ed Ispra che si costruì una buona rete piezometrica che permise di individuare l’inquinamento delle falde e contenerlo.

In pompa magna nel 2012 venne consegnata la strumentazione che avrebbe dovuto costituire il Centro di Monitoraggio Ambientale- CMA- in esso sarebbero dovute confluire i dati di tutte le centraline di monitoraggio ambientale presenti in Basilicata a partire da quelle dell’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri, con il cambio di direzione generale la strumentazione non fu più alimentata ed adesso sarà finita in un ripostiglio.

Oggi il personale Arpab è a scuola da Far-Bas (sic!) per tentare di accendere quelle macchine dove dovrebbero confluire  anche i monitoraggi delle centraline del Centro Total di Tempa Rossa, di quelle esistenti nell’area del melfese e delle quali  non se ne parla, di quelle esistenti a Murgia Timone di Matera  intorno ad Italcementi per il monitoraggio delle emissioni e delle quali si sono perse le tracce, di quella installata-forse- in prossimità del  cementificio di Barile e della quale non si conosce neppure l’esistenza.

Non ci addentriamo sulle deposizioni atmosferiche o sui bio-monitoraggi perché è un universo sconosciuto per Arpab. Già quando venne concessa la travagliata AIA a Fenice ci si rese conto che poi tutto sarebbe rimasto sulla carta ma eravamo nel 2014, a distanza di circa 6 anni e con una direzione generale insediata ormai da 4 e con le AIA che sono diventate sempre più puntuali parlare di monitoraggi è arabo e non certo per carenza di personale quanto per mancanza di organizzazione.

Al cementificio di Barile è stata concessa un AIA in processing anche per ciò che riguarda l’uso del combustibile, quale è lo stato dell’arte? A chi vanno chieste queste cose se non non all’Arpab?

Circa i masterplan per i quali è stato assunto personale con contratto di somministrazione a termine, ricordiamoci che erano due progetti uno per lo studio dei valori di fondo e l’altro, collegato, per la determinazione analitica delle caratterizzazioni idrogeologiche finalizzate allo studio dei valori di fondo, cosa è stato fatto? Nulla! Le risorse necessarie sono state messe a disposizione e spese. Il personale assunto dirottato impropriamente verso altri scopi ed in certi uffici della direzione generale dove vi è una pletora di gente!

Non passa giorno che non si insiste sulla imminente esecuzione delle prove funzionali di servizio dell’impianto di Tempa Rossa del Centro Olio ma nessuno dice che questo non è possibile perché dal settembre 2018 Total è stata diffidata dal farlo e l’Unmig ha sospeso l’autorizzazione perché la validazione parziale sul piano di monitoraggio ambientale da parte di Arpab non è sufficiente.

Quando, dopo 4 anni di guida, l’autista non produce risultati, se non interviste alla vicina Rai, deve essere invitato a scendere!

Pio Abiusi Associazione Ambiente e Legalità

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