Sindacati in presidio a Brienza per sollecitare sblocco opere pubbliche

Iniziativa di Filca Fillea Feneal per ribadire la richiesta al governo di intervenire con scelte chiare e misure concrete che riportino il settore al centro della politica

A distanza di otto mesi dallo sciopero generale, i lavoratori delle costruzioni tornano in piazza con i sindacati di categoria Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil per chiedere lo sblocco dei cantieri pubblici e il rilancio del settore. In 100 piazze italiane, venerdì 15 novembre, i sindacati delle costruzioni hanno programmato presidi, volantinaggi, incontri con le istituzioni per ribadire la richiesta al governo di intervenire con scelte chiare e misure concrete che riportino il settore al centro della politica, rilanciando così la competitività e la produttività di tutto il paese. In Basilicata Filca, Fillea e Feneal hanno organizzato un presidio, a partire dalle 13, davanti al cantiere base della Vittadello (impresa esecutrice dei lavori della variante della Tito-Brienza), nei pressi della ex stazione di Brienza. Le ragioni della mobilitazione saranno illustrate domani, alle 11, al presidente della giunta regionale Vito Bardi da una delegazione di Cgil Cisl Uil e Filca Fillea Feneal.

I sindacati chiedono “il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità con il rafforzamento del Durc e della congruità, l’attuazione della patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del codice degli appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.

Filca, Fillea e Feneal rivendicano l’apertura di un confronto con il governo “per capire i tempi e le modalità con cui si vuole intervenire per affrontare quella che è una vera e propria emergenza costruzioni che in 11 anni di crisi, la più drammatica dal dopoguerra, e in assenza di una idea di politica industriale, ha lasciato sul terreno 120 mila imprese chiuse e 800 mila operai senza lavoro. Solo in Basilicata – osservano Filca, Fillea e Feneal – sono andati in fumo circa 5 mila posti di lavoro. Rimettere in moto il settore, da sempre volano per la ripresa economica, vuol dire non solo lavoro per centinaia di migliaia di persone e ossigeno per un indotto enorme ma dare al paese infrastrutture moderne, edifici e territori riqualificati, riducendone i consumi e mettendoli in sicurezza dai rischi sismico ed idrogeologico”.

Le tre sigle sindacali sollecitano l’apertura del confronto anche con la giunta regionale per accelerare il completamento delle opere già iniziate e cantierizzare le opere già finanziate ma ferme al palo per ragioni burocratiche. Le segreterie regionali di Filca, Fillea e Feneal indicano tra le priorità la messa in sicurezza della Basentana e della Potenza-Melfi e lo sblocco del Distretto G dello schema idrico Basento-Bradano, “fermo nelle sabbie mobili della burocrazia e dei contenziosi. Far ripartire le costruzioni – concludono Filca, Fillea e Feneal – vuol dire far ripartire l’intera economia del paese e dare una boccata di ossigeno all’asfittica economia della Basilicata”.