Mancanza Piano acque permette a compagnie petrolifere di ubicare pozzi ovunque

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    Il Governatore lucano Pittella ha dichiarato di voler fare un uso intelligente del territorio. Belle parole, ma questo può avvenire solo se ci si dota degli strumenti necessari per la pianificazione territoriale, di cui si deve far carico la politica e su cui la Basilicata è molto indietro, nonostante le varie emergenze ambientali che ne stanno compromettendo il territorio. Mancano ad esempio i piani dei rifiuti, della zonizzazione degli idrocarburi, dei nitrati, dei fitofarmaci, delle diossine, degli interferenti endocrini, ecc. Manca soprattutto il Piano delle Aree di Salvaguardia delle Acque Superficiali e Sotterranee Destinate al Consumo Umano, con la relativa perimetrazione e tutela. La tutela dell’acqua è prioritaria, perchè si tratta di una risorsa fondamentale per la salute umana e strategica per l’economia regionale e nazionale, il cui utilizzo necessita di una attenta attività di prevenzione dall’inquinamento. Fondamentale in tal senso è Il Decreto Legislativo 152/ 2006 che all’art. 94 disciplina l’individuazione e la definizione delle Aree di Salvaguardia delle risorse idriche, delegando le Regioni alla definizione delle direttive e delle linee guida per la perimetrazione delle stesse, in base all’Accordo Stato-Regioni-Province autonome del 12/12/2002. Quest’ultimo sancisce il concetto che ”la delimitazione delle aree di salvaguardia rappresenta una delle misure che consente la tutela dei corpi idrici “ attraverso la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento ed il perseguimento degli usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche. Il D. Lgs. 152/06 ed il precedente Accordo del 12 dicembre 2002 distinguono le Aree di Salvaguardia in zone di tutela assoluta, zone di rispetto (ristrette e/o allargate) e zone di protezione. La zona di tutela assoluta è costituita dall’area immediatamente circostante le captazioni o derivazioni. La zona di rispetto è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso, e dove sono vietati l’insediamento di centri di pericolo, come ad esempio la dispersione di fanghi e acque reflue, l’accumulo di concimi chimici, aree cimiteriali, ecc. Le zone di protezione devono essere delimitate secondo le indicazioni delle regioni o delle province autonome per assicurare la protezione del patrimonio idrico. In esse si possono adottare misure relative alla destinazione del territorio interessato, e limitazioni e prescrizioni per gli insediamenti di vario tipo. In particolare devono essere individuate: a) le aree di ricarica della falda; b) le emergenze naturali ed artificiali della falda; c) le zone di riserva. Diverse regioni italiane hanno adottato questo Piano, mentre la Basilicata è inadempiente, nonostante la presenza, tra le altre, di un’attività industriale potenzialmente inquinante come quella petrolifera. E’ grazie all’assenza di questo Piano che le compagnie petrolifere hanno potuto ubicare impunemente i pozzi petroliferi ovunque in Val d’Agri, un’area ricchissima di risorse idriche da tutelare: e cosi ben otto piattaforme petrolifere sono ubicate nelle aree di ricarica degli acquiferi, aree cioè molto vulnerabili all’inquinamento e dunque da tutelare e vincolare. Lo stesso tracciato dell’impianto petrolifero Pergola 1 (pozzo, oleodotto, area innesto) attraversa le aree di ricarica di due idrostrutture che alimentano importanti sorgenti della zona, e su cui tali impianti andrebbero vietati. Se il Governatore Pittella vuole realizzare quel che professa, allora disponga con urgenza la realizzazione del Piano delle Aree di Salvaguardia delle Acque: per la Val d’Agri potrebbe farlo subito, visto che la perimetrazione delle aree di ricarica degli acquiferi è stata già realizzata da noi nell’ambito del progetto europeo POP-FESR sulle risorse idriche della Val d’Agri, di cui ero responsabile scientifico. Casi come l’ILVA ci hanno mostrato le fortissime pressioni economiche e politiche esercitate dai gruppi di potere industriali, cui ovviamente fa molto comodo avere una Italia priva di vincoli ambientali. Ci vuole un Governatore risoluto e determinato, che dia priorità alla tutela della salute del suo popolo e dell’acqua, una risorsa strategica regionale e nazionale.Lo faccia presto Presidente Pittella e la Basilicata gliene sarà grata.

     

    Albina Collella, docente di Geologia Università della Basilicata

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