Fenice, l’acqua intorpidita della politica regionale

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    Basterà la Reggia di Caserta per ospitare tutti i tavoli della trasparenza, cabine di regia e commissioni insediate “alla bisogna” dalla Regione, per sviare i lucani dalle vere emergenze- La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) esprime la propria perplessità dopo il varo dell’ennesimo Tavolo della Trasparenza, questa volta sul dramma Fenice. Il tavolo sarà coordinato dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, coadiuvato dagli assessori regionali all’Ambiente, Agatino Mancusi, e alla Salute, Attilio Martorano, dal presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, e dai sindaci 
    dei Comuni del Vulture-Melfese.


    Ne faranno inoltre parte: i dirigenti generali dei Dipartimenti regionali Ambiente e Salute; i dirigenti degli Uffici regionali “Compatibilità ambientale”, “Prevenzione e Controllo ambientale”, “Politiche della prevenzione della sicurezza nei luoghi di vita e lavoro”; il dirigente dell’Ufficio ambiente della Provincia di Potenza; i direttori generali dell’Arpab e dell’Asp. E’ prevista anche la partecipazione di rappresentanti dell?Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, dell’Istituto superiore di Sanità, delle associazioni di tutela ambientale, delle associazioni di categoria dei lavoratori e del mondo produttivo, di comitati di cittadini e di un rappresentante titolato della società Fenice Ambiente srl. Ovvero, una quarantina di persone che saranno impegnate a non prendere alcuna decisione, quando invece la Regione avrebbe dovuto semplicemente esaminare le sue responsabilità e quelle della 
    Provincia di Potenza, nonché: 1) Spiegare cosa intenda fare nel caso in cui il ricorso al TAR presentato da EDF – contro la decisione della Provincia di sospendere l’attività di Fenice – venisse accolto (cosa accadrebbe in quel caso? Si consentirà a Fenice di tornare a regime o si impugnerà qualsiasi 
    decisione favorevole alla società?); 2) Spiegare cosa succederebbe se fra 140 giorni (termine, da oggi, di scadenza della sospensione di attività dell’inceneritore disposta dalla Provincia) ritornasse in funzione l’impianto perché la commissione non ha prodotto alcun atto, e se successivamente la stessa commissione valutasse le omissioni e i danni prodotti tanto gravi da decidere che l’impianto così com’è non può più operare? 3) Spiegare perché da 6 anni Fenice lavora senza AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), e perché l’assessore Mancusi ancora la evoca, quando dovrebbe invece essere bloccata definitivamente?
    Oltre ai rischi per la salute dei residenti e dei turisti (quelli che ancora oseranno visitare il Vulture), a rischio potrebbero essere le produzioni locali di Aglianico; un’attività economica importantissima per la Basilicata, messa a repentaglio dalle inadempienza della Regione in tema di tutela dell?ambiente e del territorio che ospita il settore vitivinicolo.


    Secondo la nostra Organizzazione, siamo di fronte all’ennesimo tentativo di intorpidire l’acqua delle decisioni politiche da prendere attorno all’inceneritore di Melfi – dopo che Fenice ha già intorpidito l’acqua che beviamo e la terra che coltiviamo – si affianca ad una recente cabina di regia voluta da Mancusi, con altre 40 persone preposte a riunirsi per “orientare l’Arpab sul da farsi” e alla recente istituzione di una Commissione di inchiesta, “per fare luce su 
    quanto accaduto in questi anni e chiarire se e quali responsabilità ci sono state nella trattazione dei dati del monitoraggio dell’impianto Fenice di Melfi” (come se non fosse sotto gli occhi di tutti), che si insedierà il 27 ottobre con: Nicola Benedetto (Idv), Roberto Falotico (Plb), Francesco Mollica (Mpa), Alfonso Ernesto Navazio (Ial), Nicola Pagliuca (Pdl), Giannino Romaniello (Sel), Vincenzo Ruggiero (Udc), Luigi Scaglione (Pu), Alessandro Singetta (Api), Gennaro Straziuso (Pd) e Rocco Vita (Psi).


    La Ola sottolinea come si stia tentando così di spostare l’attenzione mediatica dall’inchiesta della Procura di Potenza ai dettagli più marginali della vicenda, distogliendo l’opinione pubblica dai veri problemi connessi alla presenza dell’inceneritore di proprietà della multinazionale francese EDF, e più in generale, connessi ad una scellerata gestione dei rifiuti che ancora fa riferimento ad inceneritori e discariche.


    Ola (Organizzazione lucana ambientalista)
     

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