Maxi evasione, nei guai imprese materane

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I militari del Nucleo di Polizia Tributaria Guardia di Finanza di Matera hanno concluso, nei giorni scorsi, complesse attività ispettive nei confronti di un “gruppo” di imprese che, ponendo in essere comportamenti evasivi ed elusivi, hanno sottratto a tassazione ingenti importi sia ai fini delle imposte dirette che dell’iva.


Una prima tranche di interventi ha riguardato tre contribuenti che avevano come comune denominatore quello di essere assistiti da un professionista il quale, oltre ad aver personalmente occultato al fisco elementi positivi di reddito per circa 600mila euro relativi alla propria attività, ha anche posto in essere un tentativo di elusione fiscale finalizzato ad occultare al fisco, attraverso un complicato meccanismo di cessione di quote di società, una plusvalenza di oltre 5 milioni di euro derivante dalla cessione di un immobile commerciale. L’approfondito esame della complessa operazione ha portato anche all’accertamento di un’ingente evasione delle imposte di registro, ipotecaria e catastali afferenti alla cessione immobiliare.


Nell’ambito del citato gruppo di imprese, un intervento ispettivo ha riguardato un’azienda operante nel settore dell’impiantistica che faceva un uso disinvolto di fatture per operazioni inesistenti per oltre 2 milioni di euro e un frequente utilizzo di manodopera irregolare (33 lavoratori).


Un secondo intervento ha riguardato un’impresa  operante nel settore delle costruzioni residenziali, risultata evasore per più di 2 milioni di euro di elementi positivi di reddito totalmente sottratti a tassazione.


Un terzo intervento, infine, ha portato alla luce un ingegnoso sistema di frode in dogana compiuto da una società operante nel settore della commercializzazione di vari prodotti provenienti dalla Cina. In particolare, l’attività ispettiva ha evidenziato una tipologia di evasione all’iva realizzata attraverso l’utilizzo fraudolento dei depositi fiscali iva in dogana, usualmente impiegati per lo stoccaggio fisico delle merci extraUE.


La peculiare attività ispettiva ha consentito di accertare un utilizzo irregolare del deposito iva, dal momento che la merce importata, non veniva immagazzinata fisicamente all’interno del deposito, ma, di fatto, immessa subito in consumo, senza il pagamento dell’iva nei termini normali. L’attività di verifica fiscale ha permesso di rilevare un’evasione dell’iva per oltre 2 milioni di euro nonché la sottrazione al fisco di circa 4 milioni di materia imponibile.


Tali controlli hanno portato altresì alla segnalazione alla locale Autorità giudiziaria di sedici soggetti per il reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed altri reati tributari.


Le attività concluse si inquadrano nell’ambito delle direttive strategiche elaborate dal Comando Generale del Corpo finalizzate all’intensificazione degli interventi e delle investigazioni a contrasto dei fenomeni evasivi più pericolosi.
 

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