Dranghete! Na capa e muort!

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    In Basilicata, a Potenza, si fa strada l’ipotesi di un altro omicidio. Per essere un’isola felice niente male. Inutile dirlo che sono passati anni e l’ipotesi era un’altra, ma, come si dice ormai da più parti, in un intonatissimo coro, questa è la terra dell’omertà e della giustizia insabbiata. Io non so se sia davvero così; certo i conti non tornano: fra raccomandazioni anche per andare in bagno, le file davanti alle porte dei politici per chiedere una qualsiasi grazia, il consenso bulgaro a chi ci ha svenduto per quaranta denari e continua a farlo gridando nel contempo vittoria, il numero di omicidi irrisolti, le scorie, gli inquinamenti, le indagini per i rimborsi miserabili, la giustizia più lenta d’Europa, la probabile soppressione di tutto quello che ci faceva regione, le gimcana della Basentana, il sistema ferroviario più fatiscente, anche in questo caso, d’Europa, gli errori in sala operatoria nascosti per mesi e mesi, e, ciliegina sulla torta, il livello più scadente di politicanti dell’emisfero boreale, difficile che qualcosa migliori. Quotidianamente leggiamo i bollettini di guerra che ci vedono o malati, o morti, o in perenne fuga, volontaria o necessitata dall’inferno nel quale viviamo. Se poi ci mettiamo che la Basilicata sta in Italia, dove regna Renzi, con l’ausilio di Berlusconi e Napolitano, il quadro è completo e non lascia spazi a speranze. Credo che soltanto un completo rifugio nello Sci-Ne, a saperlo fare, potrebbe restituirci un sorriso. E se qualcuno non sapesse cosa è lo Sci-Ne, poco male, sono talmente tante le cose che non sappiamo. Per esempio non sappiamo cosa significhi essere cittadini. E se qualcuno si sente offeso, pazienza. Risponderò con un classico e roboante, oltre che con voce trepidante, BAZINGA. Saluti a casa.

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