A Oppido Lucano va in scena l’atto finale della tragedia territoriale

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    In occasione della settimana Santa e della crocifissione di Cristo, a Oppido Lucano giovedì e venerdì va in scena l’atto finale della tragedia territoriale. La tracotanza dei predatori energetici, delle aziende di Stato, l’indifferenza dell’Amministrazione portano a compimento il destino della devastazione a tutti i costi. L’epilogo è l’immissione in possesso forzata da parte di Terna sui terreni di chi non ha ceduto ad accordi bonari, con l’inganno della pubblica utilità. Dopo mesi di frenetici cantieri, Terna soddisfa gli sciacalli del mini-eolico e del grande eolico. Quanta responsabilità morale e giuridica ha l’Amministrazione di Oppido Lucano in tutta questa assurda vicenda? Gli amministratori, tra cui tanti giovani, invece, di prendere coscienza della leggerezza dimostrata e dei danni causati, si impegnano a negoziare il ristoro ambientale il cui diritto è venuto fuori solo grazie alle denunce di sopruso dell’Associazione Antigone. Nonostante, le tante sospette irregolarità, nessuno ha bloccato i numerosi cantieri presenti sul territorio comunale. In meno di un anno, con stile cinese, si è trasformato in modo irreversibile un Paesaggio, si è creato una dissociazione spazio-temporale senza precedenti per persone e animali. Perché atti importanti per i diritti dei cittadini vengono pubblicati all’Albo pretorio del Comune, sempre in concomitanza delle festività? Perché effettuare nella settimana Santa queste operazioni di esproprio e di occupazione? Pensano, forse, che lasciamo la nostra terra indifesa per agevolare le loro misere operazioni? “C’è chi dice no” canta Vasco Rossi, già, diciamo no anche in settimana Santa, perché “C’è qualcuno che non ha rispetto per nessuno, perché c’è qualcuno che non sa più cos’è un uomo” e perché dopo venerdì sarà Pasqua e chissà, forse, qualcosa di buono accadrà anche a San Francesco, a Oppido e in tutta la Basilicata!

    Porzia Fidanza, Associazione Antigone di Oppido Lucano

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