Ponti di primavera, in Val D’Agri prenotazioni al minimo storico

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    Nell’imminente ponte del 25 aprile e per quello successivo del primo maggio le 74 strutture ricettive della Val d’Agri (57 extralberghiere e 17 alberghiere) per 1.609 posti letto in totale, ad oggi, registrano prenotazioni tra il 5 e il 10% della capacità ricettiva complessiva. Per il Consorzio Turistico Alta Val d’Agri l’incertezza meteo ha sicuramente un effetto ma l’attenzione mediatica che accompagna le vicende del Cova di Viggiano ha sicuramente il peso maggiore nello scoraggiare turisti delle regioni limitrofe, pugliesi su tutti, dal trascorrere qualche giorno di vacanza in Val d’Agri. Vorrei sbagliarmi nel leggere questa situazione che – afferma Michele Tropiano, presidente del Consorzio Turistico Alta Val d’Agri e dirigente provinciale di Federalberghi-Confcommercio – è purtroppo la stessa di un anno fa quando il Cova fu chiuso su ordinanza della Magistratura. L’unica novità rispetto ad allora è che gli alberghi e gli esercizi extralberghieri della valle continuano a conservare i numeri delle camere riservate al personale del distretto energetico mentre nel 2016 si registrò in pochi giorni il “fuggi-fuggi” . E non è poco: su meno di 500 camere d’albergo in media ogni struttura ne riserva un terzo a questi ospiti fissi che garantiscono di raggiungere un livello di occupazione di camere, spalmato in dodici mesi, più alto di altre aree regionali, anche se comunque per i titolari di esercizi insoddisfacente. Quello che preoccupa invece – continua Tropiano – è l’informazione diffusa da mass media sulle condizioni ambientali e di salute pubblica intorno all’area industriale di Viggiano che determina poi la scelta di dove trascorrere i prossimi ponti primaverili. Anche in questo caso con una novità: lo scorso anno ai centralini degli alberghi arrivavano telefonate con richieste di chiarimenti ed informazioni; da giorni non si ricevono proprio telefonate, evidentemente perché dopo la campagna mediatica 2016 superata dopo diversi mesi, l’effetto allarme sembra prevalere. Tropiano ricorda le previsioni di segno positivo diffuse da Federalberghi a livello nazionale, alla vigilia del 25 aprile, che segnalano un aumento del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e una spesa complessiva per ogni membro della famiglia, comprensiva di vitto, alloggio e divertimenti, pari a 309 euro, per un giro d’affari pari a 2,32 miliardi di euro (contro i 2,30 miliardi del 2016, +0,9%). Purtroppo la Val d’Agri è controtendenza: gli italiani stanno riacquistando lentamente e con un po’ di fatica quella fiducia messa a dura prova dal perdurare della crisi, e che non intendano rinunciare oltremodo ad un bene primario quale è ormai la vacanza. Il dirigente di Federalberghi riferisce che già l’andamento della settimana di Pasqua è stata deludente e che alberghi e ristoranti valligiani stanno lavorando grazie ad eventi di famiglia, a pranzi-cene di gruppi e comitive. Pensare ad una nostra campagna, anche con il supporto di Apt, Regione, Pro-Loco, Comuni – conclude – almeno per questi ponti primaverili è fuori tempo. Non ci resta che lavorare per l’estate e incrociare le dita sulla possibilità del superamento più rapido possibile della nuova emergenza Cova. Solo che – conclude – gli albergatori, con prezzi di listini fermi da anni, offerte e pacchetti a tariffe vantaggiose, non ce la fanno più a reggere da soli emergenze su emergenze.

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