Un vignaiolo al governo ci può salvare

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    Ho incontrato un vignaiolo di altri tempi che ha il sogno di diffondere la cultura autentica della vigna e dell’amore per la propria terra. Un uomo massiccio, una specie di gigante buono. Sorriso largo e occhi rotondi. Guance rossastre e lucide come una mela di stagione. Mi sembra un uomo sereno, saggio, allegro, affidabile. Si avvicina e, stringendomi la mano, mi dice: sono milionario di molte cose, ma non di denaro. Gli chiedo che ci fa in una città caotica e inquinata. Mi informa che è qui perché vorrebbe promuovere il Manifesto dei Vignerons d’Europe. Mai sentita una cosa del genere. Scopro che il Manifesto è un decalogo del buon vignaiolo. Molto interessante. Chi è il buon vignaiolo? Il vignaiolo si prende cura in prima persona della vigna, della cantina e della vendita. Il vino del vignaiolo è vivo, dona piacere, è figlio del suo territorio e del suo pensiero. Espressione autentica di una cultura. Il vignaiolo considera il consumatore un co-produttore. Il vignaiolo custodisce e modella il paesaggio nel rispetto della biodiversità e della cultura del proprio territorio, che racconta e arricchisce. Il vignaiolo come agricoltore si assume la responsabilità di preservare e migliorare la fertilità del suolo e l’equilibrio egli ecosistemi. Il vignaiolo si impegna a rinunciare all’utilizzo di molecole e organismi artificiali e di sintesi con l’obiettivo di tutelare il vivente. Il vignaiolo governa il limite in tutti i suoi impegni ricercando l’ottimo, mai il massimo. Il vignaiolo si assume la responsabilità della propria attività nel rispetto dell’ambiente, della salute del consumatore e dei destini della propria comunità e della terra. Il vignaiolo si impegna a creare e alimentare relazioni con altri vignaioli, agricoltori, produttori di cibo, cuochi, università e istituti di ricerca, educatori e cittadini nella propria comunità e nel mondo. Il vignaiolo pratica la trasparenza: dice quello che fa e fa quello che dice. Siamo amici io e il vignaiolo, a lui vorrei affidare il governo della Basilicata, se solo potessi. A lui vorrei affidare il governo del Paese, se solo potessi. Un vignaiolo può governare meglio di De Filippo o di Monti? Può essere più sincero di Berlusconi o di Casini? Può essere più autentico dei leader sindacali? Si, lui con le guance rosse e con il sorriso largo è il migliore. Lui sorride davanti allo spread, a lui non gliene frega niente dei mercati finanzairi e dei banchieri, lui non ne vuole sapere delle cazzate. Lui sa cos’è che ha senso nella vita e nella società: l’essenziale è la bussola della buona vita. Pane, formaggio, vino e amore per tutti. E vaffanculo a tutto il resto.

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