L’Italia s’è desta sotto i manganelli

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    Questa volta le scene di guerriglia non hanno come protagonisti “i soliti black bloc”, ma studenti che protestano per una scuola degna di questo nome, laureati “choosy” stanchi di essere offesi, genitori che chiedono di poter portare un pezzo di pane ai loro figli, nonni che rivendicano un passato che qualcuno gli ha cancellato con un colpo di spugna

    Gli scontri di oggi, in occasione dello sciopero europeo contro l’austerity, in Italia sono l’epilogo di una rabbia trattenuta a lungo. Una rabbia che se pure in ritardo rispetto agli altri Paesi, è finalmente scoppiata. E che d’ora in avanti nessun manganello riuscirà più ad arginare. Concordo con chi, ai poliziotti in presidio alle manifestazioni, ha chiesto di togliersi il casco e abbassare il manganello e sfilare al fianco dei cittadini. Non giova a nessuno la conta dei feriti, che in queste ore si sta facendo, da una parte e dall’altra. La rete in queste ore pullula di foto in cui si vedono studenti o agenti menati da mani che a questo punto non hanno più nessuna appartenenza. Non giova spaccare ulteriormente il Paese. A questo ci ha già pensato il professor Monti validamente appoggiato dal suo blasonato staff tecnico. L’Italia, come l’Europa, non ha bisogno di veder versato altro sangue. La storia è già fin troppo affollata di martiri ed eroi. 

    Ricordiamo a questi “signori tecnici” che non siamo un Paese di choosy. Men che meno di nani e ballerine. L’italia di oggi è la stessa terra che ha generato creatività e laboriosità riconosicute in tutto il mondo. Quella che oggi è scesa in strada è un’Italia che sta ricominciando ad alzare la testa dopo essere stata travolta da una classe dirigente furba, ladra e meschina. Oggi anche in Italia i cittadini chiedono a gran voce di potersi riappropriare del loro futuro. Ed è un gran passo in avanti. Adesso bisognerà cominciare lottare per non farsi scippare quanto di più caro ogni essere umano possiede e cioè la libertà. A questo punto solo il buon senso dei governanti potrà evitare che la protesta diventi guerra.

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