Pertusillo, depuratori in disuso. Sversati rifiuti tal quale, rinvenuti metalli pesanti

17 novembre 2011 | 19:56
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Pertusillo, depuratori in disuso. Sversati rifiuti tal quale, rinvenuti metalli pesanti
Pertusillo, depuratori in disuso. Sversati rifiuti tal quale, rinvenuti metalli pesanti
Pertusillo, depuratori in disuso. Sversati rifiuti tal quale, rinvenuti metalli pesanti
Pertusillo, depuratori in disuso. Sversati rifiuti tal quale, rinvenuti metalli pesanti
Pertusillo, depuratori in disuso. Sversati rifiuti tal quale, rinvenuti metalli pesanti
Pertusillo, depuratori in disuso. Sversati rifiuti tal quale, rinvenuti metalli pesanti

Tracce significative di idrocarburi e metalli pesanti rinvenute negli invasi del Pertusillo. L’allerta lanciata sul degrado di un’impiantistica di depurazione obsoleta e inadeguata a garantire il corretto trattamento e la salubrità di acque destinate ad uso potabile ed irriguo

A lanciare l’sos sono EHPA (Associazione per la Tutela della Salute e dell’Ambiente di Basilicata) e OIPA (Guardie Eco-Zoofile di Potenza), che nella conferenza indetta giovedì 17 novembre presso la sede della CGIL in via del Gallitello, hanno esposto i risultati di analisi effettuate campionando in più riprese i sedimenti e le acque dell’invaso.

I dati delle analisi condotte da EHPA sui sedimenti in data 13/10/2011 in località Masseria Crisci e Madonna Grumentina si sommano – come riferito dalla Prof.ssa Albina Colella, Presidente dell’Associazione – alle analisi sui sedimenti effettuate il 02/07/2011 allo sbarramento della diga e a quelle sulle acque presso Madonna Grumentina del 20/05/2011; integrando gli esami effettuati dai Radicali Lucani in data 21/01/2010 sulle acque allo sbarramento, tali analisi confutano l’assunto dell’Arpab circa una “carenza di scientificità in merito ai risultati delle prime analisi sulle acque, non potendosi ritenere un solo campione rappresentativo dell’intera situazione dell’invaso”.

Di particolare rilievo è risultata l’analisi condotta sui sedimenti o fanghi di deposito, che registrano gli accumuli nel tempo e la storia dell’inquinamento, a differenza delle analisi sulle acque che fotograferebbero un’istantanea della situazione, mutevole per  fattori meteorologici (piogge) e interventi antropici (svuotamento dell’invaso).

Gli esami hanno riscontrato presenza di bario, manganese, ferro, alluminio in percentuali preoccupanti all’interno dei sedimenti, causa della moria di pesci che se ne nutrono (carpe).

Secondo quanto riferito dal Tenente di Polizia Giuseppe Di Bello, l’80% dei depuratori presenti in Basilicata sarebbe deteriorato e non funzionante, privo di monitoraggio elettronico e vigilanza: uniche eccezioni, Potenza e Matera. L’analisi dei sedimenti evidenzierebbe un peggioramento della situazione: “la qualità delle acque – afferma Di Bello–  nonostante il grido d’allarme più volte lanciato, peggiora facendo registrare una dispersione di sostanze inquinanti nell’invaso. Inspiegabile e paradossale, a tale proposito, risulta la mancata attivazione di impianti nuovi di zecca pur presenti sul territorio, come a Tramutola.”

Lamentata la dilatazione delle responsabilità e la sovrabbondanza dei soggetti preposti alla gestione delle acque, EHPA e OIPA auspicano un controllo unico.

“Riportare in Basilicata l’eccellenza e la purezza del modello originario delle acque lucane, tra le più pure del mondo – aggiunge il tenente Di Bello– assicurerebbe al territorio un ritorno in risorse di gran lunga superiore all’irrisorio 7% in royalties derivante delle estrazioni petrolifere”.

“Bene primario – conclude Colella – l’acqua va tutelata al meglio: unica, vera ricchezza, oggi compromessa dalla miopia dei governanti, sarà al centro delle prossime guerre, che  non saranno per l’oro nero, risorsa secondaria e destinata ad esaurirsi, bensì per l’approvvigionamento dell’acqua”.