Sburocratizzare la burocrazia?

Il clima politico in Basilicata è avvelenato. Esagitato per le prossime elezioni, infangato dalle vicende giudiziarie, intimorito dalle lotte interne, dai dossieraggi di tutti contro tutti. In molti nella maggioranza sono ormai tentati dal “si salvi chi può”. C’è chi aspira alla poltrona di assessore, e spinge per il rimpasto. C’è chi aspira al Parlamento, e fa di tutto per arrivare all’appuntamento elettorale con una buona dote di potere nel saccoccio. C’è chi vuol fare il presidente della regione, e gioca molte partite in difesa ed altre in attacco. Insomma, questa è la politica. Ogni giorno, da sempre.  Mentre i nostri “eroi di carta pesta”, se le danno di santa ragione, facendosi molto male, nel loro riservato ring di palazzo, la Basilicata vagheggia in un mare di guai. I servizi di welfare sono nel caos totale. Comuni che non pagano da mesi, imprese sociali che non ce la fanno più, servizi essenziali sospesi e famiglie all’asciutto. Le imprese agricole soffrono, il commercio arranca, l’edilizia è ferma, le discariche sono piene di rifiuti, la produzione industriale continua a calare. E loro fanno a botte.  Nel frattempo qualche ottimista fuori luogo plaude alla straordinaria intelligenza della nostra classe dirigente per l’aver messo a punto e avviato finalmente il programma “obiettivo 2012”. Questo programma di investimenti varato dalla Regione con l’avallo dei Sindacati, e di Confindustria è un fallimento in partenza.

Il portale di regime “Basilicataniet”, enfatizza: L’intesa tra Regione, Organizzazioni sindacali e datoriali per lo sviluppo della Basilicata, prende quota. La Giunta Regionale ha approvato oggi quattro provvedimenti rientranti nel pacchetto di interventi decisi dalla “cabina di regia” che governa l’Intesa. Si tratta di Microcredito, Task force sburocratizzazione, Fondo regionale di Venture Capital, e avviso pubblico Banda Larga.

Ci sembrano film già visti, discorsi già fatti, a proposito dei fondi europei 2000-2006. Proclami ripetitivi. Un’estetica retorica della politica che ormai infastidisce. Siamo di fronte al massimo possibile della capacità di proposta che possiamo esprimere ai livelli regionali: dal Sindacato a Confindustria fino alla Giunta che ci amministra.

La Task force sburocratizzazione speriamo non faccia la fine di quella sull’occupazione. Risultati pietosi. Il provvedimento chiama a raccolta una manciata di burocrati al fianco di sindacalisti, spesso ex burocrati, e di imprenditori. Loro dovranno studiare iniziative finalizzate a rendere più snella la pubblica amministrazione soprattutto nelle relazioni con il mondo delle imprese.Questi signori non hanno fatto i conti con il potere della burocrazia che essi stessi hanno rinforzato negli anni. Un intervento serio sarebbe qualificare la burocrazia in modo che sia in grado di applicare le norme già esistenti. Sarebbe serio da oggi in poi nominare dirigenti e burocrati capaci. Sarebbe serio non sburocratizzare la burocrazia che è una contraddizione in termini, ma eliminare il sistema di mediazioni e intermediazioni che ostacola e rallenta ogni cosa. Ovunque in questa regione c’è un mediatore tra cittadini e istituzioni. Il sindacato, l’organizzazione di rappresentanza, l’ordine, la categoria, il partito, l’assessore, il segretario, il consigliere, l’amico dell’amico. Basta. Ecco, per fare questo non c’è bisogno di milioni di euro, ma di serietà. Questi signori della task force, discuteranno a lungo sul sesso degli angeli.

Su tutto il resto, basta leggere le parti essenziali del provvedimento per rendersi conto che questa gente non vive in Basilicata, ma vive asserragliata nelle stanze dei palazzi a leggere favole di altre terre lontane.  Non è la prima volta. Le stesse cazzate le hanno fatte con il provvedimento di contrasto alla povertà “cittadinanza solidale”; con altri provvedimenti quali i “tirocini formativi”, il “reddito ponte” e via dicendo.  Quando si riunisce la “cabina di regia strategica” per il programma “obiettivo 2012”, bisogna preoccuparsi: la Basilicata è in pericolo.