Con questa politica bisogna andare dal gastroenterologo

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    Ma quando la smetteranno? Poche settimane fa siamo usciti con il nostro giornale d’inchiesta dedicando la copertina ad Acquedotto Lucano Spa. Abbiamo scritto delle anomalie di questa Società per azioni a capitale interamente pubblicoSocietà che rappresenta un bacino succulento per i coltivatori accaniti del consenso elettorale. Leggiamo sui quotidiani locali che finalmente la Magistratura ci ha messo l’occhio e le mani per ipotizzare gravi irregolarità nei contratti, nelle assunzioni, nei percorsi di carriera. A volte quando si fruga nell’acqua calda ci può sempre capitare una scoperta degna di attenzioni. Chissà come andrà a finire. Fatto sta che Acquedotto Lucano, come abbiamo più volte sostenuto sulle pagine del nostro settimanale d’inchiesta in edicola ogni sabato,  non è l’unico bacino di interesse politico ed elettorale di cui dispone ed ha disposto negli anni la classe politica lucana.

    La assunzioni in casa

    Ci siamo occupati dell’Arbea, dell’Arpab, dell’Alsia, di Acqua Spa e via cantando, per segnalare anomalie, sospetti, furberie. Ma la cosa che la gente non riesce più a digerire è questo atteggiamento arrogante e da faccia tosta che compare sistematicamente alla ribalta della cronaca. Nonostante tutto, questi continuano a fare e disfare fregandosene di tutto e di tutti. Continuano ad assumere i parenti degli amici e dei compari, i fratelli delle sorelle e delle nonne, i familiari dei grandi elettori. Nonostante tutto continuano a mettere le mani nella legalità annacquandola a piacimento. Ma quando la smetteranno?

    Stipendi fa nababbo e disastri continuati

    Oltre a gestire enti e società che campano con i soldi pubblici, con un fare da padroni e proprietari, si attribuiscono stipendi da nababbo. I cittadini, oltre che pagarli, devono anche subire i disastri che combinano, pagando ancora e ripagando. Multe milionarie, soldi spesi senza risultati, pene inflitte dalla Corte dei Conti e così via. I dirigenti di questi enti, insomma, sono pagati per fare disastri. Per servire una parte politica, per favorire un tizio anziché un altro. Non è un qualunquista chi pensa che, a certa politica, dell’acqua, dell’agricoltura, dello sviluppo, del lavoro e dei famosi programmi elettorali non glie ne frega niente. Chi pensa questo è un realista. Perché? Perché la realtà di tutti i giorni racconta esattamente ciò che il presunto qualunquista pensa. Dobbiamo credere alla realtà o ai proclami sgrammaticati e fasulli di certi politici? Sempre la realtà ci racconta in questi giorni di presunti rimpasti in Giunta. Di dispetti tra i partiti di maggioranza, di salvataggio di tizio e caio dal ruolo di Assessore.

    La carta falsa del vitalizio

    Nel frattempo si giocano la carta falsa dell’abolizione del vitalizio, come se si trattasse di chissà quale eroico sacrificio. Un sacrificio, tra l’altro che toccherà fare agli altri, ossia a quelli che verranno. Mentre questi signori se ne fregano di tutto il resto, il nostro presunto qualunquista ha tutte le ragioni per fregarsene dei rimpasti, dei dispetti, delle poltrone di tizio e caio e della finzione patetica sui vitalizi. Come se nulla fosse, questa classe politica salita come i pidocchi sulla farina, che si mette da sola i galloni di classe dirigente, continua a dare cattivi esempi, vivendo di aria propria fuori dalla realtà vera della gente. Tant’è che alcuni politici pensano che la Basilicata abbia l’ansia di conoscere chi sarà il prossimo segretario del partito Alleanza per l’Italia, perché da questo dipendono le sorti dei cittadini, da questo dipende il futuro dei nostri figli. Alcuni politici pensano che i lucani vivono nell’ansia di sapere quando ci sarà il rimpasto in Giunta, perché da questo dipende chissà quale sorte. Ma per favore! I cittadini hanno altre ansie, ma soprattutto hanno un forte mal di stomaco, perché hanno digerito di tutto e non sanno più che cosa possono digerire.

    michelefinizio@basilicata24.it

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