Anche la paura ha un prezzo. L’Eni compra a saldo

25 febbraio 2012 | 17:40
Share0
Anche la paura ha un prezzo. L’Eni compra a saldo

Mi ha fatto specie leggere che l’Eni ha messo all’opera un proprio gruppo di lavoro per giungere all’acquisizione della disponibilità delle aree di Contrada Vigne a Viggiano. Per intenderci, l’area che circonda il centro Oli di Viggiano. Solo una settimana fa con il nostro giornalista Eugenio Bonanata siamo andati a Contrada Vigne. Siamo andati a vedere come si vive con un centro Oli nel giardino di casa. Abbiamo raccolto le “urla nel silenzio “ di chi vive a pochi metri dallo stabilimento dove si avvia la trasformazione del greggio. E’ qui che il petrolio estratto viene ripulito dallo zolfo prima di essere inviato alle raffinerie di Taranto.

I cittadini di contrada Vigne ci hanno detto di essere preoccupati per la loro salute. Preoccupazione legittima, alimentata anche dal mancato riscontro di dati certi sulla qualità ambientale e dal mancato avvio di un’indagine epidemiologica. Di sicuro, ci hanno detto, c’è un elevato numero di persone che si sono ammalate di cancro. In questi ultimi quindici anni. Hanno legittimamente paura che possa c’entrare qualcosa il petrolio che si estrae a pochi passi da loro. Eppure questo loro timore è caduto, sino ad oggi, nel vuoto. Addirittura qualcuno che sta molto in alto sugli scranni regionali avrebbe risposto loro “portatemi un referto di morte che sicuramente si può addebitare al petrolio e allora ne risponderò personalmente”. Se ciò fosse vero proverei ribrezzo.

Accade poi che a pochi giorni da questo nostro reportage apprendiamo che l’Eni, promette rigore e controlli. Ben vengano entrambi. Ma intanto che dalle promesse si passi ai fatti, per cancellare il passato, e la paura, si usa il metodo più vecchio del mondo…i soldi nel piatto. Eni vuole acquisire i terreni di contrada Vigne. Chissà che con l’osso in bocca qualcuno stia zitto per un po’. E chissà che forse non è meglio per quella gente allontanarsi dal Centro Oli. Resta però l’incubo di aver respirato veleno per oltre quindici anni. Resta il fatto che chi avrebbe dovuto schierarsi dalla parte dei cittadini non lo ha fatto. Per intenderci gli assessori regionali al ramo che cavolo aspettano a scendere in prima linea e pretendere controlli e chiarezza? E’ banale, ma provo a darmi una risposta. Alcune volte forse è meglio non sapere e proseguire, dritti (ma non a schiena dritta) verso la propria ascesa. Tutto questo mi fa specie. Ho detto specie. Non ho detto schifo perché da piccola m’hanno insegnato che non si dice.