Il presidente della Basilicata crede davvero a quello che dice?

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    Come recita un vecchio proverbio “ non c’è cieco più cieco di chi non vuol vedere”. Lo stesso adagio riguarda chi non vuol sentire. Siamo abituati da decenni ai proclami e alle rassicurazioni di una classe politica che, in barba all’evidenza continua ad autoesaltarsi per un un’inesistente Basilicata ben rappresentata che arrossisce per i giudizi lusinghieri della stampa nazionale La Basilicata “Terra sana” lo è, almeno per quel che riguarda la sua gente. Per tutto il resto è saggio avere dei dubbi. E’ terra violata, sconvolta, perennemente malata di una malattia asintomatica: la cattiva politica. E’ la terra raccontata dagli istituti di ricerca, dagli indicatori socio-economici i quali non devono candidarsi e quindi sono più attendibili dei proclami del presidente che non vuol vedere e non vuol sentire. Ma ancora più attendibili sono i ragazzi stanchi di non avere prospettive, quelli che restano a bivaccare nella speranza di chissà che cosa, e quelli che emigrano nella speranza di trovare finalmente spazi sani di competizione sul merito. Sono attendibili le imprese che chiudono e che soffrono l’assenza totale di una politica di sviluppo regionale. Sono attendibili i display dei distributori di carburante con quelle cifre orrende che fanno inquietare la gente appena si sveglia la mattina.

    Sono attendibili gli affari dei petrolieri e le briciole di risorse dispensate al territorio. Sono attendibili vicende come quella dell’Arpab-Fenice, dei Consorzi industriali, dei Consorzi di Bonifica, dell’Arbea, dell’Alsia. Sono attendibili i dati sulla disoccupazione e sulla disoccupazione giovanile. Sono attendibili le mulattiere che siamo costretti a chiamare strade, le ferrovie che non esistono, le infrastrutture fisiche vecchie e inesistenti. Sono attendibili la carenza delle infrastrutture sociali e culturali, la girandole delle poltrone fine a se stesse. Allo stesso modo sono attendibili i concorsi per gli amici, i contributi per gli altri amici, i circuiti di denaro pubblico che si dipanano in mille rivoli per sfociare nei soliti laghetti artificiali.  Ci sono molte cose attendibili in Basilicata. Da vedere a da ascoltare. Ma c’è chi fa finta di non vedere e di non sentire. Anzi. Assistiamo a dichiarazioni sconcertanti di un presidente che da anni racconta le stesse favole. Un presidente che ci fa sapere, con il piglio di un’autorevolezza tutta rifatta e plastificata, “che non c’è questione morale in una terra che tutti ritengono ben amministrata e sana”. Una domanda intelligente al presidente sarebbe: ma lei, ci crede a quello che dice? Non vorrei immaginare una risposta affermativa, altrimenti sarei costretto a chiudere qui questa modesta riflessione e rifugiarmi nella speranza che dopo la notte c’è sempre il giorno. Siamo costretti a sentire il presidente che dice: “ sul petrolio la linea è farsi carico di un’attività strategica per il Paese, ma a patto di avere innanzitutto le più elevate garanzie su ambiente e salute”.

    Ma lei, presidente ci crede a quello che dice? Sono attendibili i dati sull’inquinamento e sulla morte del territorio, sono attendibili i dati sulla crescita delle patologie tumorali, sono attendibili i dati sull’occupazione e sul numero delle imprese. Non è attendibile la sua dichiarazione, detta ieri e ieri l’altro e ripetuta, come tanti altri proclami, oggi. Il presidente ancora parla: “ non posso negare che quella cassandre che ci vedono tutti morti e devastati in conseguenza di qualsiasi attività industriale un effetto emozionale sulla gente pure lo hanno”. Questa è grossa presidente. Lei definisce cassandre l’opinione pubblica critica e parli di attività industriali. Sulla prima questione non c’è necessità di commentare poiché i cittadini liberi e critici sapranno ridere o piangere su  quella sua dichiarazione. Sulle attività industriali, se esistono, e se sono quelle a cui lei fa riferimento, dovremmo “ringraziare” i petrolieri, le multinazionali, il sottosuolo. Non certo te e tanti altri smemorati della storia della Basilicata. Sincerità per sincerità, avremmo preferito non ringraziare quella gente, avremmo preferito non ringraziare alcuno e avere uno sviluppo degno e a ragion veduta vivibile. Adesso ci tocca pure correggere le sue esternazioni per evitare che i creduloni si espandano oltre misura frenando ancora per molto tempo qualunque prospettiva di futuro a questa Basilicata invasa dalle chiacchiere, dalle finte, dalle presunzioni di taluni ridicoli “Statisti.” Un’altra cosa sorprende. Quella sua capacità di rilanciare la palla sempre in avanti. Un po’ come ha fatto il Governo Berlusconi in una certa fase. “Faremo, le cose andranno così e colà dopo che avremmo fatto cip e ciop”. “Puntiamo su questo e su quello, la fase è difficile”. “Siamo convinti di aver preso la strada giusta, vedrete che…”.  Le auguro un po’ di saggezza, insieme ad una vista più ampia e ad un orecchio più pulito.

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