A Bari rinasce la Democrazia Cristiana

22 ottobre 2012 | 12:25
Share0
A Bari rinasce la Democrazia Cristiana

In un periodo convulso e caotico della politica italiana e dei partiti che hanno guidato la seconda Repubblica, costretti a dover affrontare disillusioni, sfiducie, ruberie e istanze di rottamazione, c’è chi ha pensato bene di resuscitare un cadavere della prima: la Democrazia Cristiana. A Bari, dove si è riunito il Comitato nazionale degli iscritti alla Dc, 1992-93, si è scelto di ridare vita a quell’esperienza politica che dal secondo dopoguerra ha retto il governo del Bel paese. Nella sostanza nulla di nuovo, molti sono stati infatti i partiti che dopo la fine della Dc, ad opera dell’ultimo segretario Mino Martinazzoli, avevano continuato a ispirarsi ai valori e ai temi cari al partito di Don Sturzo. Ciò che invece ritorna dopo quasi diciotto anni di assenza dalle schede elettorali è lo scudo crociato con al centro la parola Libertas. A chiudere la querelle, tra i tanti che si sono ritenuti eredi di quel progetto politico, è intervenuta la Corte di Cassazione che con sentenza definitiva ha stabilito che “l’associazione politica denominata Democrazia Cristiana, avente per simbolo lo scudo crociato, con la scritta Libertas, non è stata mai sciolta”. Dalla riunione di Bari si sono tracciate le linee e gli orientamenti del neonato, si fa per dire, partito. Per ora sono stati designati il presidente nazionale, Raffaele Lisi, tre vice presidenti, Franco Caffarelli, Antonio Russo e Emilio Cugliari, e il responsabile amministrativo Giuseppe Potenza, in attesa di convocare poi l’assemblea nazionale degli iscritti per eleggere gli organismi dirigenti. “È un primo passo – ha detto Giuseppe Potenza, segretario regionale della Basilicata – nel 2013  lo scudo crociato tornerà sulle schede elettorali per il rinnovo del Parlamento e con esso il partito dei democratico cristiani che non hanno mai sciolto i propri valori etici, culturali e di impegno sociale, raccogliendo l’invito dei vescovi italiani a rinnovare la presenza dei cattolici in politica e nelle istituzioni”