Berlusconi lascia “per amore”

24 ottobre 2012 | 18:55
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Berlusconi lascia “per amore”

Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora”. Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po’ di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività”.

L’ex premier affida ad una lunga lettera l’annuncio, che in tanti aspettavano, del ritiro dalla corsa per la presidenza del Consiglio nel 2013. Il leader del Pdl apre quindi alle primarie: “Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà – assicura – sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore. Il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell’individuo e nei suoi diritti naturali, nella libertà politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi. Lo faranno – aggiunge – con un’investitura dal basso nella quale ciascuno potrà riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilità alla storia, che ce la può fare, che può tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi”. Il messaggio è chiaro. Berlusconi affida ai giovani del Pdl la replica di quello che lui stesso chiama il miracolo del 1994. “Sta al Popolo della Libertà- scrive ancora- al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994, dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva in cui è scivolato il Paese”.