Scrittori, al Musma il Gruppo 63

17 aprile 2013 | 11:34
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Scrittori, al Musma il Gruppo 63

Sbarca nelle sale del MUSMA di Matera la mostra dedicata al cinquantenario del “Gruppo 63” sabato 20 aprile. Alle 18.30 infatti il museo della scultura contemporanea della città dei Sassi sarà lo scenario di sculture, disegni, collages, opere grafiche, poesie visive, libri, riviste, immagini, documenti per rileggere antefatti, idee e progetti di un gruppo che, con la collaborazione degli artisti, ha dato senso ad una generazione di scrittori.

Il Gruppo 63, definito di neoavanguardia per differenziarlo dalle avanguardie storiche del Novecento, è un movimento letterario che si costituì a Palermo nell’ottobre del 1963 in seguito a un convegno tenutosi a Solunto da alcuni giovani intellettuali fortemente critici nei confronti delle opere letterarie ancora legate a modelli tradizionali tipici degli anni cinquanta. Del gruppo facevano parte poeti, scrittori, critici e studiosi animati dal desiderio di sperimentare nuove forme di espressione, rompendo con gli schemi tradizionali. Richiamandosi alle avanguardie degli inizi del secolo, il Gruppo 63 si richiamava alle idee del marxismo e alla teoria dello strutturalismo. Senza darsi delle regole definite (il gruppo non ebbe mai un suo manifesto), diede origine a opere di assoluta libertà contenutistica, senza una precisa trama (ne è un esempio Alberto Arbasino), talvolta improntate all’impegno sociale militante (come gli scritti di Elio Pagliarani), ma che in ogni caso contestavano e respingevano i moduli tipici del romanzo neorealista e della poesia tradizionale, perseguendo una ricerca sperimentale di forme linguistiche e contenuti. Ignorato dal grosso pubblico, il gruppo suscitò interesse negli ambienti critico-letterari anche per le polemiche che destò criticando fortemente autori all’epoca già “consacrati” dalla fama quali Carlo Cassola, Giorgio Bassani e Vasco Pratolini, ironicamente definiti “Liale”, con riferimento a Liala, autrice di romanzi rosa.
Il progetto del Gruppo 63 (modellato sul tedesco Gruppo 47), avviato nel 1956 dalla rivista Il Verri di Luciano Anceschi e allargatosi a vista d’occhio, come una ragnatela, (da Solanto, PA, 3-8 ottobre 1963, a Reggio Emilia, 1-3 novembre 1964, a Palermo, 3-6 settembre 1965, a La Spezia, 10-12 giugno 1966, a Fano, 26-28 maggio 1967), riesce a dar senso a una intera generazione che rifiuta la cultura crociana, irrita la cultura impegnata di quegli anni e al tempo stesso forma teorie, indica poetiche, partecipa a un’ideologia, si interessa alle sperimentazioni elettroniche di musicisti come Berio, Maderna e Stockhausen, inalbera ossessioni letterarie e visive, costruisce una sorta di abito mentale che a molti fa spalancare gli occhi sulla letteratura, sulla scrittura, sul rapporto con la realtà. La mostra rimarrà aperta fino al 31 maggio 2013 con i seguenti orari: dal martedì alla domenica, ore 10 -14 / 16-20. Giorno di chiusura: lunedì.