Calabria, a Marano Marchesato torna la Sagra della castagna

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    Il gruppo “Chiri du’ Curciu!” bissa il week-end autunnale della sagra. Lo scenario sarà aperto sabato 26 ottobre alle ore 10.00 dai Tamburi di San Francesco di Paola (Spezzano Sila). In serata Enzo Ruffolo, che, da una selezione di brani folk, con la sua chitarra ripropone brani in chiave poetica, satirica e demenziale, attraversando argomenti attuali e di vita quotidiana quali: il cibo, la politica, l’amore, la ribellione e l’amicizia. Seguirà il gruppo Folk “Aria di casa nostra”, che propone musica popolare Salentina. Vede le sue origini ai primi degli anni 80 a Maruggio, un paesino in provincia di Taranto, rievocando e musicando appunto canzoni della tradizione maruggese. Dopo qualche anno il gruppo  si rinnova nei componenti e nelle musiche, aggiungendo al loro già nutrito repertorio le melodie e il ritmo della pizzica, ballo tipico della penisola salentina che con suoi movimenti permetteva alle donne di liberarsi del veleno inoculato dalla taranta,  portandolo in giro per la Puglia, la Calabria ed anche oltre confine, in Albania. E’ la voglia di suonare, di cantare e di ballare dei componenti che li porta alla ricerca di canzoni popolari, facendo in modo che il patrimonio storico, culturale e musicale non vada perso, ma tramandato ai giovani, in modo che anche loro conoscano il loro passato. In Piazza del Carmine, location ricca di storia, sacralità e modernità, rigorosamente “custodite” all’ombra dei secolari castagni maranesi, sarete allietati dalle “sonate” di Oscar Molinaro, un “giovincello ultraottantenne” che, insieme con gli zampognari di San Lucido, Alto Tirreno Cosentino, ci intratterrà con l’organetto in una cornice antica, primigenia, nata dal mondo rurale, contadina, quella più autentica e genuina dei pastori, dei pecorai, un tempo detta “subalterna” dalla “cultura egemone”. Presenti i Rrotaranta, giovanissimi organettisti di Rota Greca, capitanati dalla vulcanica Rose Marie Surace, presidente del Gruppo Antropologico Rotese, gruppo che da anni sta conducendo un lavoro di ricerca sulle tradizioni e sulla cultura musicale di quella comunità con l’obiettivo di recuperare la memoria dei canti e delle occasioni durante le quali venivano cantati, rendere vive e trasmettere alle nuove generazioni il senso e il valore di quei canti, di quelle danze e di quell’organizzazione sociale, fatta di condivisione gioiosa e solidale di eventi comuni e personali (festività religiose, fidanzamenti, matrimoni, ma anche canti di lavoro, ecc.).  Il Gruppo Antropologico Rotese, pertanto, offrirà una partecipazione a mo’ di “informazione” che ha come tema la musica etnica.
    Domenica sera sarà ospite Franco Servidio, fondatore, animatore e regista del gruppo di musica popolare CALATARANTULA, creato da poco tempo, ma con solide basi musicali e di ricerca etno antropologica. Nel suo lavoro è coadiuvato da storici e ricercatori come Giuseppe Abbruzzo, giornalista, saggista e riconosciuto esperto di cultura popolare. Immigrato di ritorno, Franco, ha il merito di aver creduto nel recupero delle tradizioni, degli usi, dei costumi, della stessa memoria storica delle comunità, in particolare del Nord della Calabria. Si pensi al Sona e balla, comunemente chiamato tarantella, la danza con la quale i ceti popolari comunicavano le emozioni, negative o positive, rafforzando il senso di appartenenza alla comunità stessa. Attualmente conduce una trasmissione televisiva incentrata su storia, musica, danza, tradizioni, momenti di vita vissuta nei campi, nelle masserie, sull’emittente locale ACRI TV, molto seguita dal pubblico.
    Il tutto si intreccerà, poi, sia sabato che domenica, con i canti antichi e con la “strina sanlucidana” di Sergio Ruffolo & co…, inframmezzati dalle poderose grancasse dei gruppi della PreSila. Da recenti ricerche in etnomusicologia è emerso che a Rende e in alcuni comuni delle Serre Cosentine, a Marano Marchesato, Marano Principato, Falconara Albanese “un tempo” erano costruite le zampogne, singolari nella forma e nel suono, si suonava l’organetto e si ballava la tarantella, tutto eseguito alla maniera nostrana. Ecco, in questo “mondo perduto” noi ci siam trovati e faremo di tutto per viverlo con tutti voi… contro una crisi e una modernità che attaccano a ondate! (Lazzaro Chiappetta coordinatore, relazioni esterne “Chiri du’ Curciu!”)

     

     

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