Esplode la dignità

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    Non c’è che dire, una reazione pare cominciare a vedersi. Certo, ci sono voluti i telegiornali e i quotidiani nazionali. Va bene che i fatti sono di oltre un anno fa, ma non sottilizziamo. L’importante che è un moto di dignità faccia capolino fra le coltri del silenzio opprimente della Basilicata. I riflettori nazionali raccontano di un potere in Basilicata ramificato fra poche lobby, tanti parenti e una manciata di politici; ricollegano le vicende di questi ultimi anni alla situazione ben raccontata decenni orsono da studiosi e letterati di prim’ordine. In mezzo la balena bianca di Colombo e soci e il degno erede, il PD di Folino e compagnia cantante. Una situazione imbarazzante. Nel frattempo con i tempi di un centometrista viene sospeso il medico che si è autoaccusato inconsapevole dell’esistenza di un registratore. Per gli altri, presunti autori materiali, vedremo, appureremo, insomma con calma e per piacere. Il ministro manderà gli ispettori, la regione studia l’ipotesi di una commissione di inchiesta, interrogazioni parlamentari, indagini interne. Bravi, bravissimi. Solo che tutte queste belle cose suonano sinistre, perché tardive, posticce, necessitate soltanto dal clamore. La direzione dell’ospedale dovrebbe fare un passo indietro, ma neanche a parlarne, figuriamoci. La politica e le sue nomine, la sua invasiva prepotenza dovrebbe chiedere scusa e rinnovarsi, nelle persone e nella mentalità. Bisognerebbe aprire le finestre, l’ambiente è polveroso, grigio, pestilenziale. Non cambierà mai niente in questa Basilicata, dove fa più rumore l’inaugurazione di una strada chiusa al traffico per mesi che un denunciato omicidio in corsia. Si dice che la regione Basilicata potrebbe scomparire, siamo davvero sicuri che sia un danno?

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