Appalti e mazzette all’Ente irrigazione, dieci persone arrestate

Si sarebbero spartiti gli appalti dell’Ente Irrigazione di Puglia Lucania e Irpinia costituendo una vera e propria ssociazione per delinquere. Undici persone sono state arrestate dalla Polizia nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Potenza
e 17 in totale risultano indagate.
La misura cautelare in carcere è stata adottata per Giuliano Antonio Cerverizzo, ingegnere dell’Uffico Territorio Lucano dell’Eipli e per Gaetano di Noia, Capo Ufficio di Gabinetto dell’Ente irrigazione. Ai domiciliari sono invece finiti Fabio Guarino, Gerardo Palazzo, Giuseppe Chiodetti, Graziano Cosentino, Antonio Bisceglia, Gianfranco Albergo, Fabrizio Cerverizzo, Antonio Albano. I reati rispettivamente contestati, in base al ruolo assunto nei fatti illeciti in esame, sono associazione a delinquere, concorso in turbativa d’asta, corruzione, truffa aggravata in danno di ente pubbluico. Il Gip del tribunale di Potenza ha, altresì, disposto il sequestro preventivo fino alla concorrenza di 62mila euro di quattro conti correnti bancari, quattro rapporti di investimento finanziario e tre automezzi nella disponibilità di Giuliano Antonio Cerverizzo.
L’ordinanza cautelare rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Potenza che ha consentito di delineare un “quadro indiziario di indubbia gravità a carico degli indagati, in relazione a condotte di associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, induzione indebita, falsità in atti pubblici, truffa ai danni di ente pubblico ed abuso d’ufficio, tutti commessi in relazione a procedure di gara e di affidamento lavori (nonché di selezione del personale) bandite e pubblicate dall’ Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia e dal Comune di Potenza ( E.I.P.L.I.) con sede in Bari”.
Intercettazioni e pedinamenti degli indagati. L’indagine – hanno spiegato gli inquirenti in una conferenza stampa- ha preso avvio dalla denuncia del rappresentante legale di una società esclusa dalla gara, a seguitodi ricorso al Tar di un imprenditore (poi indagato nell’inchiesta). L’impresa denunciante aveva segnalato il comportamento posto in essere dalla Stazione Appaltante, rappresentata dal consorzio di Bonifica Alta Val d’Agri, che avrebbe predisposto volutamente, prima e durante la procedura di aggiudicazione della gara, alcuni atti in palese violazione delle norme del Codice degli Appalti allo scopo di favorire altra società classificatasi seconda nella graduatoria, cioè l’impresa indagata. L’avvio dell’attività di indagine (basata principalmente sullo strumento delle intercettazioni audio e video, su servizi di osservazione e pedinamento, nonché sull’acquisizione ed analisi di numerosa documentazione) si è ampliata facendo emergere- hanno sottolineato gli ineuirenti- un sistema sofisticato ed illegale, che ha riguardato quasi esclusivamente l’E.I.P.L.I., ente al servizio di più Regioni (per un territorio di oltre 3 milioni di ettari, pari a circa il 10% di quello nazionale), i cui compiti dovrebbero essere indirizzati alla soluzione dell’antico e grave problema dell’approvvigionamento idrico nei territori del Sud.
Spartizione degli appalti. L’attività di indagine ha evidenziato alcune dinamiche sottese alle recenti procedure pubbliche relative all’affidamento dei lavori per il ripristino della capacità di invaso delle fluenze del Fiume Sinni nella Diga di Monte Cotugno nel Comune di Senise (Potenza) — 1° Stralcio, importo complessivo dell’appalto € 3.454.883,20; dei lavori di adeguamento funzionale alle norme vigenti degli impianti tecnologici a servizio delle Dighe Sinni, Pertusillo e Camastra (Pz), importo complessivo dell’appalto € 2.693.188,74; ed dei lavori per la ristrutturazione della Traversa sul Fiume Sauro in Agro di Aliano (Mt) e relative opere accessorie (base d’asta € 15.821.186,57).
Ricorso al Tar volutamente sbagliato. Gli approfondimenti svolti dalle indagini hanno consentito di poter avanzare e sostenere l’ipotesi della sussistenza di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di reati contro la Pubblica amministrazione cui hanno preso parte funzionari dell’Eipli ed altri tra cui un imprenditore e un suo dipendente. Tra le diverse condotte contestate vi è quella di aver tentato di far classificare un raggruppamento di imprese ( utilizzando però altre società, diverse da quelle che stavano già svolgendo i lavori di completamento della Galleria di derivazione delle acque del T. Sarmento nell’invaso di Monte Cotugno) al secondo o terzo posto della graduatoria, in maniera tale che, attraverso un “calcolato” ricorso al Tar – basato su errori, volutamente e artatamente inseriti nella procedura, da imputare alla Commissione esaminatrice, di cui guarda caso era presieduta dallo stesso funzionario dell’Eipli indagato – sarebbe risultato aggiudicatario definitivo.
Nomine pilotate per “chiudere un occhio”. Il funzionario dell’Eipli, stando alle indagini, avrebbe indicato inoltre, all’imprenditore indagato, la linea da seguire una volta ottenuta l’aggiudicazione ed avviati i lavori: vale a dire procedere alla nomina di altro ingegnere dell’Eipli quale RUP, cioè il responsabile unico del procedimento (da far quindi subentrare a lui), nonché alla nomina dello stesso funzionario colluso, quale Direttore dei Lavori, così da assicurare, in tale nuova veste, alla società dell’imprenditore indagato, il recupero dei ribassi, che la stessa sarebbe stata comunque costretta a praticare per collocarsi in posizione “utile” in graduatoria (secondo o terzo posto), e ciò attraverso il ricorso a perizie di variante. Le perizie di variante, ad esempio approvate dalla Commissione presieduta da uno dei funzionari Eipli indagato, con riferimento ai lavori per il torrente Sarmento hanno comportato un aumento complessivo dell’importo dei lavori da una somma iniziale di circa 10 milioni di euro fino alla somma di circa 26 milioni di euro, con una lievitazione di quasi il 200%.
Mazzette. A fronte di tale “impegno” — e per i ” suggerimenti “concordati in ordine al contenuto delle perizie di variante sui lavori del Sarmento ed il valore dei medesimi, computati in modo da risultare inferiori alla soglia del 10% — risulta che il funzionario dell’Eipli indagato abbia ricevuto, con riferimento al caso considerato, quale vantaggio illecito, dall’imprenditore concorrente nei reati, diverse somme di denaro in contante. In relazione a queste somme è stato richiesto e disposto dal GIP anche il sequestro preventivo di 62mila eurooltre che di altri benefit (autovetture, pernottamenti presso alberghi, cene, pranzi, telefoni, ecc.). Lo stesso funzionario dell’Ente irrigazione avrebbe inoltre ricevuto, mensilmente, per il tramite di altri indagati arrestati, il rimborso per spese “formalmente” indicate come sostenute in relazione all’attività di Direttore dei lavori (per carburante, ristoranti, spese di cancelleria), ma di fatto effettuate a beneficio personale e dei membri della sua famiglia.
Associazione a delinquere e l’aiuto chiesto ai politici. Ai fini della configurabilità dell’associazione a delinquere in capo ai citati indagati e della loro pericolosità, hanno assunto importanza i diversi contatti dagli stessi tenuti con personalità politiche locali e nazionali al fine di indicare ed ottenere la nomina di un altro funzionario Eipli, indagato anche questi per associazione a delinquere ed altro, a “nuovo” Commissario «ad acta» in vista del completamento della fase liquidatoria dell’EIPLI (da attuarsi entro il 31 dicembre 2016) ed il connesso compimento degli adempimenti necessari al trasferimento delle funzioni dell’Ente medesimo alla società di nuova costituzione, partecipata dall’Amministrazione Centrale e dalle Regioni sottoscrittrici dell’Accordo di programma per la gestione condivisa delle risorse idriche di recente siglato. Lo scopo degli indagati era in pratica quello di avvalersi dei soggetti politici affinché intervenissero direttamente presso figure dell’amministrazione centrale per arrivare alla firma del previsto DPCM (di cui provvedevano pure a predisporre una bozza) che avrebbe disposto la revoca della nomina del Commissario in carica (resosi ostile ai loro progetti illeciti ) con contestuale nomina del nuovo Commissario “ad acta” indicato dagli stessi indagati. Il tutto con la finalità di “prendere in mano” l’ente e gestire a proprio piacimento le intere procedure di gara e concorsuali. Allo stato delle indagini, come è stato precisato dai magistrati che hanno coordinato l’inchiesta, risulta che tale proposito illecito non ha avuto per nulla l’esito da loro desiderato e che nessun profilo penale appare imputabile ai soggetti politici che potrebbero aver ricevuto le istanze, né sono emersi elementi che possano far ritenere che costoro fossero consapevoli dell’esistenza di secondi fini in capo agli indagati.
L’interesse per i lavori al Campo Sportivo di Potenza. L’indagine ha interessato altresì le gare bandite dal Comune di Potenza per la “progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di riqualificazione, ristrutturazione e messa in funzione degli impianti sportivi polifunzionali all’aperto esistenti del Campo Viviani” e per la “progettazione esecutiva ed esecuzione lavori di riqualificazione, ristrutturazione e messa in funzione degli impianti sportivi polifunzionali all’aperto esistenti al campo scuola”. Incaricato dal Comune di Potenza quale tecnico/progettista proprio uno dei funzionari Eipli indagato, il quale ha attestato falsamente, come da lui formati, gli atti di gara (computo metrico, quadro economico) — in realtà redatti in tutto od in parte da un dipendente indagato dell’impresa interessata —, concordandone, inoltre, il contenuto con alcuni soggetti interessati, al fine di eludere le normali regole procedurali della gara.
Doppi rimborsi per missioni mai svolte o svolte per fini privati. Ad uno dei funzionari Eipli vengono altresì contestate condotte di truffa aggravata in relazione non solo ai periodi di assenza ingiustificata dal luogo di lavoro in giornate ed orari lavorativi, per i quali ha comunque percepito regolare retribuzione (sulla base di false attestazioni di presenza), ma anche con riguardo al doppio rimborso, prima dall’Eente irrigazione per missioni compiute nel territorio nazionale, in realtà mai effettuate od effettuate per ragioni squisitamente private, e poi dall’impresa sotto inchiesta, per le quali otteneva analogo rimborso attraverso l’accredito diretto delle somme a dipendenti dell’Eipli, i quali provvedevano poi a consegnare al funzionario citato gli equivalenti importi in contante.
Amici aiutati a superare le selezioni. Sempre ad alcuni funzionari EPLI indagati sono contestate altresì ipotesi di abuso d’ufficio in relazione a procedure di selezione di operai e professionisti avviate in seno all’EIPLI, nelle quali sono stati agevolati nel superamento delle prove scritte ed orali loro parenti ed amici.