In Basilicata come funzionano le cose che non funzionano?

Ai vertici dei nodi vitali della macchina amministrativa, la cosiddetta alta burocrazia, spesso ci sono personaggi “nominati” dalla politica sulla base di criteri “stravaganti”.

E questo è noto. Le redini della politica, e quindi delle decisioni pubbliche, sono spesso nelle mani di azzeccagarbugli saliti sul piedistallo della furbizia. Anche questo è noto. Sedicenti “uomini politici” che alla prova dei fatti si dimostrano né uomini né politici, ma volgari impostori e maneggiatori di popolo. Questi geni della politica sono i protettori dei signorotti della burocrazia e delle aziende pubbliche che loro hanno nominato. Insieme, o anche ciascuno per proprio conto, hanno determinato nei decenni un sistema “malato” di relazioni sociali, economiche, civili. Insieme, o ciascuno per proprio conto, tessono relazioni con altri ominicchi delle piccole e grandi istituzioni, imprese, banche e finanziarie, giornali e ordini professionali, consulenti, formando così un vero e proprio circo equestre degli “affari propri”. Al centro delle preoccupazioni di questi signori ci sono poche cose: il consenso personale, il proprio futuro e quello dei loro cari, quindi il potere e la ricchezza. Sono bravi solo quando devono assumere deliberazioni, ossia decisioni, che riguardano queste poche cose. Sul resto, cioè sulle altre mille cose che riguardano la vita dei cittadini, si dimostrano emeriti analfabeti. Sbagliano sempre. Vuoi perché sono degli incompetenti, vuoi perché sono superficiali o disinteressati ai problemi in carne ed ossa, vuoi perché sono distanti dalla vera realtà, vuoi perché lo fanno apposta. Loro sono interessati alle prossime elezioni non alla prossima generazione, al prossimo affare non alle cose da fare. Sono come galline che ingrassano sempre, ma, mai depositano le uova. Interi settori vitali per l’economia e la società di Basilicata sono da molto tempo accampati in letti di fortuna con una flebo di speranza. Questo grazie agli errori legislativi, amministrativi, tecnici, politici, commessi dai nostri circensi i quali per merito della loro mediocrità e incompetenza sono sempre sulla cresta dell’onda. Fateci caso, quanti di loro hanno sventolato la bandiera della rivoluzione o del cambiamento? E adesso tirate le somme: nuovi pastori, nuovi cani, ma le pecore sono sempre le stesse. Sapete perché? Perché loro, ci ricorda Talleyrand, una cosa la sanno fare benissimo: agitare il popolo prima dell’uso. Che cosa funziona meglio dove nulla o poco funziona? Funzionano meglio la corruzione, la concussione, i metodi mafiosi e le mafie, gli affari delle multinazionali, gli affari dei gestori delle discariche, il tenore di vita dei ruffiani e dei quaquaraqua, il potere e la ricchezza dei cosiddetti “uomini politici”. Vi pare poco?