Energie rinnovabili, c’è ancora molto da fare

Parliamo ancora di energia e Sud con esperti del settore

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Parliamo ancora di energia e Sud con esperti del settore. Danilo Pomponio e i colleghi Antonio Festa e Gianluca Biscotti sono tre giovani ingegneri elettrici laureatisi al Politecnico di Bari ma, soprattutto, i fondatori di una realtà incredibilmente attiva. Nel corso degli anni hanno acquisito una grande esperienza nel campo delle energie rinnovabili. Approfitterò di questa consolidata competenza per rivolgere alcune domande.

Qual è lo stato di salute della Green Economy pugliese? La Puglia da circa dieci anni rappresenta la seconda regione del meridione per numero di imprese green. La provincia di Bari guida questa speciale classifica, e molte sono le imprese giovani che investono nell’efficienza energetica, che provano a guardare al di là dell’immediato, oltre l’orizzonte. Molto in ogni caso c’è da farsi, in termini di green energy e non solo, per poter far decollare definitivamente tutto ciò che è ad essa strettamente connesso. Una green economy solida deve avere della fondamenta solide e stabili se vuole essere essa stessa solida e duratura, e la politica ha l’obbligo di creare le condizioni favorevoli a ciò. Non dimentichiamo poi di cosa sia stata capace la Puglia nell’ultimo decennio in termini di energia rinnovabile: da sola, la nostra regione produce quasi il 20% dell’energia italiana proveniente da eolico, fotovoltaico e bioenergie e circa un terzo dell’energia consumata proviene da fonte rinnovabile.

Dal vostro personale osservatorio, su quali tecnologie bisognerebbe investire per attingere alle grandi risorse di energie rinnovabili a disposizione sul nostro territorio? La building integration per esempio?

La building integration, sicuramente. E’ necessaria, ma non sufficiente. Anzi direi che è indispensabile, ma non deve essere considerata “la” soluzione per dare una spinta alla green economy. Perché non andare verso la frontiera del P2G ovvero Power to Gas, ottimizzando la produzione di metano “verde”, incentivando la ricerca di processi di produzione di metano, per esempio da idrogeno e anidride carbonica? Idrogeno prodotto utilizzando un elettrolizzatore alimentato da energia proveniente da fonte rinnovabile, e CO2 captata dall’atmosfera. Si avrebbe un doppio effetto positivo ambientale in un colpo solo.

Cosa pensa della possibilità di realizzare piccole reti energeticamente autonome? Sarebbe tecnologicamente fattibile come scenario?

E’ fattibile, ma i costi sono ancora tendenzialmente elevati e lo si fa solo se tecnicamente necessario. Si arriverà ad uno scenario di tale tipologia, ma anche qui si torna all’importanza della ricerca, allo studio di nuove tecnologie per ridurre i costi e sperimentare. Anche qui la politica serve.

Cosa cambierebbe, lei, nello scenario delle incentivazioni?

Con l’ultimo decreto è stato completamente dimenticato il mercato fotovoltaico, in passato troppo agevolato, ma ormai praticamente dimenticato. La grid parity? In teoria c’è. Ma perché nessuno realizza?

Ci farebbe un bilancio temporaneo della vostra attività professionale nel campo delle rinnovabili?

Il bilancio è sicuramente positivo. Circa il 70% del nostro fatturato è legato al mercato dell’energia da fonte rinnovabile. La BFP ad oggi vanta nel suo organico circa 25 tecnici altamente qualificati, con differenti competenze che hanno reso possibile che la società coprisse a 360° tutti i servizi di ingegneria legati al settore del rinnovabile. Ad oggi, ha eseguito servizi di ingegneria per ben oltre 2 GW di potenza complessiva derivante da impianti fotovoltaici ed eolici. BFP si è poi internazionalizzata, aprendo due sedi estere, in Turchia e Marocco, dove esporta il proprio know how, come in Argentina, Myanmar, UK, Jordan, Netherlands, Bangladesh, Ghana, South Africa, Syria, Japan. Avendo lo sguardo all’orizzonte e al nuovo, BFP è diventata partner di due progetti europei, INGRID (programma FP7) e STORE&GO (programma HORIZON 2020), il primo con il fine di bilanciare la rete elettrica attraverso lo stoccaggio di energia da fonte rinnovabile sotto forma di idrogeno, il secondo con lo scopo di produrre metano attraverso l’idrogeno e la CO2 catturata dall’atmosfera.

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